Attualità In Copertina

Samara Challenge: il prof. Bennato spiega il fenomeno horror

La Samara Challenge, dal nome della protagonista del film horror The Ring, si è ormai diffusa in tutta Italia. Ma cos'è di preciso? E quanto può durare? Il professore Davide Bennato, docente di Sociologia dei processi comunicativi presso l'Università di Catania, ne ha parlato con LiveUnict.

Capelli nerissimi e lisci che coprono interamente il viso, un corpo magro ricoperto di cenci bianchi e atteggiamenti inquietanti che spaventano i più piccoli e fanno nascere strane leggende metropolitane sul suo conto. Samara Morgan non è più solo la protagonista del film horror uscito nel 2002 The Ring. Partita, pare, da Catania, la “Samara Challenge” è ormai virale. Negli ultimi la ragazza horror tempi si è “materializzata” in diverse zone della Sicilia e del resto d’Italia, diventando un fenomeno che, tramite i video diffusi sul web, si è moltiplicato a dismisura.

Tra i numerosi video che circolano in questi giorni c’è l’imbarazzo della scelta. Realizzati in forma prevalentemente amatoriale con la fotocamera dello smartphone, riprendono diversi tipi di “incontri ravvicinati del terzo tipo” con Samara. C’è davvero di tutto: dalla ragazzina che spinge un’altalena con una bambola forse ancora più inquietante di lei, a video di aggressioni a Samara, fino ad arrivare a membri di forze dell’ordine che, in seguito a segnalazioni da parte della popolazione, si sono recati, mitra in pugno, a stanare la protagonista di The Ring, mentre una folla di almeno un centinaio di persone si era nel frattempo radunata.

Ma cos’è di preciso la Samara Challenge? E a cosa può essere collegata? Per rispondere a questa e altre domande, LiveUnict si è rivolta al professore Davide Bennato, docente di Sociologia dei processi comunicativi presso l’Università di Catania. La spiegazione, almeno in linea di principio, sembra semplice: è una classica Challenge – spiega il professore -, ovvero una sfida che viene lanciata in rete e che ha il solo scopo di spingere alla diffusione di modelli di azione per produrre video, foto, meme eccetera. In particolare la Challenge di Samara ricorda i video del genere creepypasta, ovvero finti video realistici in cui si usa il soprannaturale per spaventare le persone.

Nei giorni scorsi i video di Samara hanno iniziato a circolare sui social network con sempre maggiore pervasività sugli account di catanesi e non e adesso a ogni “apparizione” di Samara persone di tutte le età si riversano a fiotti sulle strade, dandosi appuntamento per riprendere lo “scherzo horror” del momento. Sono anche nati account su Instagram e Facebook dove vengono raccolti i video, come “Samara paggina official” (no, la doppia g non è un refuso), che in pochi giorni ha raccolto già quasi 14.000 likes, e “samara_di_catania_official”, che su Instagram conta invece su 211 followers. Secondo il professore, fa tutto parte del meccanismo della Challenge: coinvolgere le persone a diverso titolo, come partecipanti, curiosi, e chi più ne ha più ne metta.

Advertisements

Sfrutta i vantaggi di TEMU destinati agli studenti universitari per ottenere un pacchetto buono di 💰100€. Clicca sul link o cerca ⭐️ apd39549 sull'App Temu!

Tuttavia, la Samara Challenge ha anche i suoi risvolti negativi, pericolosi specie per chi si veste come la protagonista di The Ring, pur non possedendo i suoi poteri soprannaturali. In questi giorni si sono verificati anche casi di aggressione nei confronti di “Samara” e alcuni, specialmente i più giovani, hanno dato il via a delle vere e proprie “squadre di caccia” per cercare di stanare il o la colpevole. “Le violenze non si sono verificate dappertutto – precisa il prof. Bennato –, ma in alcuni quartieri particolari (a Catania, ma non solo) in cui è forte l’appartenenza alla comunità locale e il controllo del territorio. In pratica le reazioni ostili alla Samara Challenge possono essere spiegati come un meccanismo di controllo dello spazio del quartiere nascosto dalla giustificazione ‘fa paura ai bambini’. In realtà il vero messaggio è: ‘in questo quartiere non possono accadere cose che non vogliamo/non capiamo senza il nostro permesso’.

Sui social gli insulti e le minacce a chi si traveste da Samara non sono mancati. E se c’è chi minimizza parlando di mancanza di “senso dell’umorismo”, si tratta comunque di un fenomeno da non prendere sotto gamba. Il fatto che sia diventato così virale da spingere centinaia di persone a radunarsi per vedere Samara, con svariati imitatori moltiplicatisi anche sul resto della Penisola, fa pensare che la Samara Challenge sia ormai sfuggita a chi l’ha ideata, diventando autonoma. Il popolo del web, tuttavia, dimentica in fretta. “Di solito le Challenge di questo tipo hanno un picco di rapida diffusione nelle prime settimane e poi si sgonfiano velocemente. Un po’ come è accaduto all’epidemia di horror clown ‘scoppiata’ negli Stati Uniti nel 2016″, aggiunge in conclusione il docente.

È già dunque finito il “fenomeno Samara”? Di certo rimarranno sempre i numerosi video, a testimonianza di quando Samara Morgan “terrorizzava” gli abitanti di Catania.


Leggi anche: Fenomeno Samara, ora scattano le denunce: in Sicilia la prima
Leggi anche:  Continua il “fenomeno Samara”: dopo Catania avvistamenti a Napoli e Palermo
Leggi anche: Continua il “fenomeno Samara” a Catania: è caccia alla ragazza misteriosa [VIDEO]
Leggi anche: Samara a Catania, tra curiosità e paura: gli ultimi video degli avvistamenti
Leggi anche: Continua il “fenomeno Samara” a Catania: scatta l’aggressione [VIDEO]
Leggi anche:  The Ring a Catania, continuano gli avvistamenti: Samara rischia pestaggio [VIDEO]
Leggi anche: The Ring a Catania: Samara si aggira per le vie di Librino [VIDEO]

 

A proposito dell'autore

Domenico La Magna

Nato a Catania, classe '95, si è laureato in Filologia Moderna all'Università di Catania nel 2020 con una tesi su Calvino e l'editoria. Inizia a collaborare con LiveUnict da ottobre 2017. Appassionato di politica, segue con particolare attenzione i temi riguardanti l’Unione Europea e l’ambiente. Frequenta il Master di 2° Livello in Professione Editoria all'Università Cattolica di Milano.