L’INGV, tramite comunicato, afferma che le esplosioni producono materiale grossolano che raggiunge l’altezza di diverse decine di metri al di sopra dell’orlo craterico, ricadendo anche sul bordo e sui fianchi. A causa dell’accumulo del materiale piroclastico attorno alla bocca, si è formato un cono di scorie all’interno della depressione craterica. Occasionalmente dal Cratere di Nord-Est si è osservata cenere estremamente diluita, che si è rapidamente dispersa in atmosfera.
Nel corso del pomeriggio di giorno 13 settembre, l’ampiezza media del tremore vulcanico ha raggiunto i valori più bassi registrati dall’inizio dell’ultima attività eruttiva. Nei giorni successivi e fino allo stato attuale, l’ampiezza del tremore mostra una modesta tendenza all’incremento, mantenendosi, comunque, entro il livello medio.
Relativamente alla localizzazione della sorgente del tremore, dopo aver interessato nella giornata di sabato 14 principalmente l’area del cratere Voragine, dalle prime ore di domenica 15 essa risulta maggiormente ubicata al disotto del cratere di Nord-Est. Al disotto di tale cratere la sorgente si attesta nell’intervallo di profondità 2700-2900 metri sul livello del mare, con una modesta tendenza all’approfondimento.
Per quanto concerne l’attività infrasonica, nel corso del fine settimana e fino allo stato attuale, si registra un leggero incremento nel tasso di accadimento degli eventi. Le sorgenti coinvolgono principalmente il cratere Voragine ed in minima parte anche i crateri Bocca Nuova e quello di Nord-Est.
I dati delle reti di deformazione del suolo non mostrano sostanziali variazioni rispetto a quanto riportato nei giorni scorsi.