Il Ministro dell’ambiente Sergio Costa ha dichiarato di aver bloccato otto nuovi pozzi petroliferi per l’ampliamento della piattaforma Vega e di voler far adottare le migliori tecnologie esistenti agli impianti già esistenti per ridurre sensibilmente l’inquinamento.
Queste le dichiarazioni del ministro rilasciate presso il Museo del Mare di Milazzo: “Ho già firmato il decreto ministeriale affinché la raffineria di Milazzo, come gli altri impianti simili, adotti le Bat, le migliori tecnologie esistenti. In questa maniera le emissioni saranno sensibilmente ridotte, si stima, del 50%. Inoltre, sempre con decreto ministeriale abbiamo fermato otto nuovi pozzi petroliferi davanti alla piattaforma Vega, la più grande piattaforma offshore del Mediterraneo. La commissione Via Vas ha ritenuto che non rispettassero le garanzie ambientali, e io ho firmato il relativo decreto che ferma i progetti”.
“Se c’è un modo migliore per gestire l’ambiente e quindi la salute, io come uomo dello Stato ho il dovere di farlo e di servire il cittadino – ha aggiunto il ministro -. Servono piccoli passi che seguono una visione coerente e precisa. Così si raggiungono gli obiettivi”.
A congratularsi per il rifiuto dell’ampliamento della piattaforma di Vega per questioni di sicurezza ambientale è Legambiente. “Siamo davvero soddisfatti – commenta il presidente di Legambiente Stefano Ciafani – che il procedimento autorizzativo del progetto di ampliamento della piattaforma petrolifera Vega sia stato chiuso con un no definitivo, respingendo l’istanza avanzata da Edison ed Eni, come avevamo chiesto formalmente al ministro anche con una mia lettera di un mese fa. Da tanti anni, infatti, l’associazione con i suoi circoli è impegnata a denunciare questa vicenda del tutto paradossale e i rischi rappresentati dalla deriva petrolifera a terra e in mare”.
“Lo abbiamo fatto con il lavoro del comitato regionale e dei nostri circoli locali – aggiunge il presidente di Legambiente Sicilia Gianfranco Zanna – come quello di Ragusa che ha scritto le osservazioni ai progetti di nuove trivellazioni in mare, contribuendo al diniego di nuove ricerche della Schlumberger o al rigetto del progetto di ampliamento della concessione Vega di Edison ed Eni, o quelli di Scicli e Pozzallo che hanno organizzato iniziative popolari contro ogni nuovo progetto petrolifero la scorsa estate al passaggio di Goletta Verde e nelle manifestazioni di piazza con gli studenti per lo sciopero mondiale sul clima promosso da Greta Thunberg”.