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Coronavirus, oggi conferenza su zone rosse e arancioni: cosa portebbe cambiare

mappa coronavirus
Mappa prima del nuovo aggiornamento.
Coronavirus: zone rosse e arancioni in evoluzione. Il governo tiene sotto controllo la curva dei contagi regione per regione: cosa potrebbe cambiare.

Coronaviurs: cambia la situazione epidemiologica in Italia, con diverse variazioni sul livello di pericolosità che interessa le regioni del nostro Paese. L’entrata in vigore dell’ultimo Dpcm ha infatti stabilito tre livelli di pericolosità (gialla, arancione e rossa), che determinano il grado di criticità e relative misure più o meno restrittive. In questo modo si garantisce una diversa modalità di applicazione delle norme determinata dalla reale situazione in cui è posto un territorio, evitando un altro confinamento nazione.

Piemonte e Lombardia

Qualche respiro di sollievo arriva dalle zone rosse di Piemonte e Lombardia. Da quattro giorni le due regioni hanno un trend di contagi in discesa che potrebbe determinare una de-escalation in zona arancione. Ha dichiararlo, con qualche giusta riserva, è stato il ministro della salute Roberto Speranza: “Le prime regioni entrate in zona rossa dovrebbero essere anche le prime a uscirne”, spiegando che: “C’è una decelerazione e questa settimana sarà importante vedere se continua e quali sono i numeri dei ricoveri. Ma ancora non siamo di fronte a un arretramento del virus. La situazione resta molto seria, nessuna regione italiana è in zona verde. Serve la massima prudenza”.

Proprio la Lombardia è scesa a un livello di rischio inferiore venerdì scorso, ma bisognerà attendere 14 giorni prima di passare effettivamente da zona rossa ad arancione, pertanto il cambio potrà avvenire solo da venerdì 27, anche se alcune aree della regione potrebbero comunque restare in confinamento.

Sicilia

Cauta positività anche per la regione siciliana che vede la propria curva dei contagi stabile. Ieri i nuovi contagi registrati sono stati 1.461, un numero leggermente più alto del giorno prima ma a fronte di un numero di tampone decisamente superiore. I morti registrati sono stabili e il numero dei ricoveri è giunto a 1.725 unità di cui 224 in terapia intensiva, ma senza un incremento esponenziale come è avvenuto in passato.

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Lunedì mattina si è anche svolto un webinar organizzato dall’Anci Sicilia in collaborazione con l’ANSA sull’emergenza Covid e sull’informazione come servizio ai cittadini, al quale hanno partecipato oltre cento sindaci e amministratori collegati in video-conferenza. “La comunicazione istituzionale è fondamentale, non è un vezzo di un sindaco ma l’esigenza di una comunità come abbiamo capito soprattutto nel corso di questa drammatica pandemia” e allora serve “collaborazione con chi fa informazione autorevole e verificata come l’ANSA“, ha sottolineato il presidente di Anci Sicilia e sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, intervenuto all’incontro insieme con il direttore dell’agenzia Luigi Contu.


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Puglia e Lazio

A preoccupare sono invece le regioni di Puglia e Lazio. Pericolosa è infatti la velocità con cui il virus si diffonde nonostante il presidente di regione Michele Emiliano abbia firmato nei giorni scorsi ordinanze restrittive per prevenirne la diffusione. Il Lazio invece resiste al momento in fascia gialla, ma anche questa regione è tenuta sotto controllo con un aumento dei positivi esponenziale rispetto al numero di tamponi effettuati. I ricoveri sono ormai arrivati a quota 3.100 a fronte di 5.500 letti disponibili. A tal proposito il presidente Nicola Zingaretti ha firmato ordinanze ancora più restrittive.

Veneto, Sardegna, Molise e Provincia di Trento

Queste regioni infine restano al momento di colore giallo. “I contagi continuano a crescere, ma la velocità si è ridotta – spiega il ministro della Salute –. L’Rt è poco sopra 1, speriamo che sia l’ultimo pezzo di salita verso il plateau”. Sarà sempre venerdì il giorno stabilito per decidere il da farsi.