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Smart working: cosa cambia col nuovo Dpcm di ottobre

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Con la nuova crescita dei contagi Il Governo punta a incrementare lo smart working il più possibile. Ecco le linee guida del nuovo Dpcm del 18 ottobre.

Lo smart working, o “lavoro agile”, potrebbe rappresentare un’arma vincente a favore del contenimento del contagio da Coronavirus. Permettendo a molti lavoratori di svolgere il proprio lavoro da casa, infatti, decongestiona il traffico sui mezzi pubblici e riduce i contatti in ufficio. Il Governo, quindi, punta a incentivare questa tipologia di lavoro e anche l’ultimo Dpcm del 18 ottobre prevede misure volte a favorire il più possibile lo smart working. Anche se indicazioni più specifiche arriveranno in seguito, è possibile anticipare cosa c’è da sapere sul lavoro agile e quali aspetti dovranno essere definiti nei prossimi giorni.

Il parere del Comitato Tecnico Scientifico

Durante la conferenza stampa, il Premier Conte ha fatto sapere che, nei prossimi giorni, maggiori delucidazioni in merito alla questione del lavoro agile dovrebbero giungere dalla ministra della Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone.

Il Comitato Tecnico Scientifico (CTS) avrebbe, infatti, caldeggiato un deciso incremento della pratica di smart working per i dipendenti pubblici, fissando l’asticella al 70%. L’ideale sarebbe, tuttavia, il raggiungimento del 75%, sebbene il Dpcm non stabilisca una quota precisa e si rimandi, appunto, a un prossimo provvedimento del Ministero della Pubblica Amministrazione.

Settore pubblico

Nell’ambito delle pubbliche amministrazioni – si può leggere nel testo del Dpcm del 18 ottobre – le riunioni si svolgono in modalità a distanza, salvo la sussistenza di motivate ragioni; è fortemente raccomandato svolgere anche le riunioni private in modalità a distanza”.

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Per quanto riguarda la PA, inoltre, la normativa vigente ha stabilito che fino al prossimo 31 dicembre 2020 il 50% dei dipendenti pubblici, che possano svolgere le proprie mansioni anche da casa, restino in regime di smart working.

Settore privato

Per quanto riguarda i dipendenti e i professionisti privati, invece, il Governo ha annunciato una serie di raccomandazioni, laddove possibile, ad attivare regimi di lavoro agile. La proroga dello stato di emergenza al 31 gennaio 2021, inoltre, consente il cosiddetto “smart working semplificato“, che permette di “aggirare” gli aspetti burocratici e rendere più semplice la pratica.

I lavoratori disabili, ancora, possono richiedere un accesso prioritario per il lavoro da casa, rivolgendosi alle rappresentanze sindacali aziendali. Infine, i genitori di minori di 14 posti in quarantena possono richiedere di lavorare da casa durante tutto il periodo dell’isolamento domiciliare, imposto dall’Asl. Soltanto uno dei genitori per volta, però, potrà richiedere il congedo, oppure entrambi, ma alternativamente.