Catania In Copertina

Ritorna la magia di Ursino Buskers: “Una follia condivisa in una zona difficile e bellissima”

Una delle esibizioni dell'edizione 2017
Il Castello Ursino si riempirà di colore e allegria grazie all'Ursino Buskers Festival, il festival degli artisti di strada. Una delle organizzatrici ha raccontato la crescita dell'evento ai microfoni di LiveUnict, dalle prime idee alle difficoltà incontrate negli anni.

Da qualche anno a questa parte, nelle ultime settimane di settembre uno strano incantesimo sembra stregare il centro storico di Catania. Il sortilegio prende di mira la zona del Castello Ursino, dove il maniero svetta ancora con la sua mole massiccia e imponente sulle case strette e basse del centro, e ha il potere di riportare per qualche giorno i visitatori della zona ai fasti della corte di Federico II, quando le piazze erano animate da artisti di ogni sorta e per divertirsi la migliore prospettiva non era guardare la commedia all’italiana in prima serata.

I pagliacci scherzano coi bambini, prendendosi gioco di sé e dei passanti, i giocolieri tengono gli spettatori col naso all’insù mulinando nell’aria ogni sorta di oggetti, mentre i mangiafuoco vomitano torrenti fiammeggianti sotto l’ombra del castello. E poi marionettisti, funamboli, musicisti, acrobati e chi più ne ha, più ne metta animano le vie del quartiere e la piazza del castello. È la magia dell’Ursino Buskers, il Festival internazionale degli artisti di strada.

La manifestazione quest’anno si terrà dal 21 al 23 settembre. Si tratta di un incantesimo difficile, che per funzionare non richiede comode formule magiche o pozioni dagli ingredienti astrusi, ma esige per la sua riuscita l’alchimia di decine e decine di attivisti, volontari e collaboratori, che ogni anno si impegnano per la sua riuscita. Da cinque anni. A parlarne per LiveUnict è Veronica Palmeri, attivista dell’associazione culturale Gammazita.

“Nel 2014 ci era sembrato un sogno – racconta Veronica –, abbiamo iniziato con una domanda: ‘E se facessimo un festival buskers nel quartiere?’ Quel sogno poi si è concretizzato ed è andata benissimo. Il primo anno abbiamo registrato 20mila presenze, una cifra che nessuno si aspettava. Da lì, di anno in anno, i partecipanti sono stati sempre più numerosi: 30mila alla seconda, 40mila alla terza, 45mila in quella dell’anno scorso. È una formula che ha funzionato: una follia condivisa da tutta la città”.

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Ma non è solo una questione di numeri. Negli anni gli organizzatori sono cresciuti in consapevolezza e in maturità, e con loro si è ingrandito anche il Festival. Per l’edizione di quest’anno, come apprendiamo da Veronica, ci saranno cinque aree maggiori, in cui si svolgeranno gli spettacoli principali, e tre minori, dedicate a una mostra d’arte diffusa, allo street market e alla ristorazione. Otto, in tutto, rispetto alle due aree con cui si era cominciato nel 2014.

Nonostante i grandi risultati, la crescita dell’Ursino Buskers va incontro ad alcune difficoltà. Non ultime quelle organizzative, a cui si riesce a sopperire grazie alla capacità organizzativa e alla disponibilità degli organizzatori, ma il problema principale, arrivati al sodo, è sempre quello: il Dio denaro.

“È un evento che ha dei costi enormi, che noi autofinanziamo quasi integralmente. Ogni anno per organizzare questo festival ci indebitiamo – confessa Veronica, sdrammatizzando con una risata – e paghiamo i debiti durante l’anno. Nonostante la campagna di crowfunding sul web, le feste di autofinanziamento e le attività svolte in giro, raccogliamo solo una minima parte di quelli che sono i costi reali”.

“Tutto è creato, gestito e realizzato dal basso: solo per questo riusciamo a farlo. Ci piacerebbe che il Comune o la Regione dessero una mano, coprendo quantomeno il 50% della cifra che spendiamo, ma finora non è mai successo. In realtà stiamo ancora aspettando i 10mila euro stanziati per l’edizione del 2017, per cui abbiamo anche debiti risalenti all’anno scorso”, aggiunge l’attivista.

Scopriamo, infatti, che proprio a causa delle difficoltà c’è stato un momento in cui, tra marzo e aprile, gli attivisti si sono chiesti se organizzare il festival anche quest’anno o meno. Ha prevalso la voglia di fare qualcosa per la città, per la gente comune e per il quartiere, al di fuori delle logiche amministrative.

“Vedere 15mila metri quadri privi di qualsiasi auto, dove i bambini possono passeggiare liberamente senza pericoli, un’area piena di artisti provenienti da tutto il mondo è sicuramente un modo diverso di vivere la propria città”, spiega Veronica, che esalta l’importanza della pedonalizzazione della zona per i giorni del festival e la sua funzione di rendere per qualche giorno “a passo d’uomo” una porzione della città. Specie se quella porzione è una zona ricca di contrasti come quello del Castello Ursino.

È un quartiere difficile e bellissimo – continua Veronica, che ci vive da sette anni –, è il centro storico di Catania; ma allo stesso tempo, oltre alla bellezza e alla storia, è anche pieno di contraddizioni, dettate da vari fattori: il posteggio abusivo, la sporcizia, l’inciviltà, e dal fatto che è una zona dove di frequente c’è spaccio. […] Vederla trasformata in questo modo, vedere tantissimi catanesi che normalmente non verrebbero al centro, è davvero una bella sensazione, anche per gli abitanti del quartiere”.

Per vivere la magia dell’Ursino Buskers, adesso, basterebbe aspettare il fine settimana che va dal 21 al 23 settembre e immergersi nell’atmosfera unica di quei giorni, ma forse il vero incantesimo del Festival avviene lontano dai riflettori della città, nel lavoro che svolgono gli attivisti ogni giorno all’interno di un quartiere difficile, dove per non pochi giovani sarebbe difficile trovare un’alternativa alla strada. Come apprendiamo da Veronica, infatti, il progetto Ursino Buskers dura 365 giorni all’anno, con 3-4 corsi legati al Festival che ogni settimana si svolgono all’interno degli spazi delle associazioni.

“Le due scuole, ‘Sambazita’ e ‘Circo sociale’, sono nate insieme al Festival ed è con queste scuole che noi lavoriamo con il quartiere a livello sociale – continua l’attivista, scendendo nei dettagli –. Per noi sarà un’emozione fortissima vedere i nostri piccoli quando, domenica pomeriggio intorno alle 17.30, si esibiranno per lo spettacolo finale. Sono bambini che non vengono da situazioni molto piacevoli, ma attraverso il Circo sociale cambia il loro punto di vista: da vittime di una società e di una condizione familiare che li vede in una situazione svantaggiata, diventano i protagonisti dello spettacolo”.

Programma Ursino Buskers 2018 – dal 20 al 23 settembre 2018 – Catania

A proposito dell'autore

Domenico La Magna

Nato a Catania, classe '95, si è laureato in Filologia Moderna all'Università di Catania nel 2020 con una tesi su Calvino e l'editoria. Inizia a collaborare con LiveUnict da ottobre 2017. Appassionato di politica, segue con particolare attenzione i temi riguardanti l’Unione Europea e l’ambiente. Frequenta il Master di 2° Livello in Professione Editoria all'Università Cattolica di Milano.