Attualità

BREXIT – Gli studenti stranieri non saranno considerati immigrati

La Gran Bretagna apre concessioni agli studenti stranieri: anche dopo la Brexit non saranno considerati come “immigrati”.

Tante sono state, nei mesi scorsi, le incertezze e le preoccupazioni sugli esiti della Brexit per quanto riguarda il futuro degli studenti stranieri: gli studenti europei che vogliono studiare in Gran Bretagna saranno considerati degli immigrati?

Fino a qualche giorno fa la risposta a questa domanda era un’incognita e la questione aveva diviso duramente il governo britannico. Dura è stata la linea scelta dalla premier Theresa May, pronta a tutto pur di ridurre l’immigrazione, e ancor più duro lo scontro tra la premier e i suoi ministri: il ministro degli Esteri Boris Jonson, quello del Commercio Estero Liam Fox e quello del Tesoro Philip Hammond. Per Theresa May, infatti, gli studenti arrivati dall’estero dovevano essere considerati alla stregua di chi arrivava nel Regno Unito per lavoro e il loro numero doveva sommarsi a quello degli immigrati. Al contrario, per i suoi ministri era inammissibile considerare come “immigrato” chi si reca in un paese per motivi di studio, soprattutto in Gran Bretagna che si distingue per l’altissimo livello di istruzione, e chi rimpingua le casse dello stato. Ovviamente il parere della prima ministra aveva prevalso e i ministri erano stati ammoniti.

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Oggi, però, pare che la premier abbia cambiato completamente idea. In vista di una riforma del sistema universitario che sarebbe prevista per la settimana prossima, Theresa May si è dichiarata pronta ad escludere gli studenti stranieri dai conti e dalle statistiche sull’immigrazione. Un mero voltafaccia opportunistico evidentemente motivato dalla necessità di ottenere alcuni vantaggi: nella proposta al vaglio delle Camere, infatti, è previsto un emendamento che consente l’aumento delle tasse universitarie in corrispondenza del miglioramento della qualità dell’insegnamento, e sappiamo bene che gli studenti stranieri rendono una università più competitiva e ne innalzano il livello; secondo gli ultimi dati, tra l’altro, tra il 2015 e il 2016, il numero degli studenti stranieri arrivati in Gran Bretagna è calato vertiginosamente: si parla di 175mila studenti in meno rispetto agli anni precedenti. Inoltre, per ottenere le elezioni anticipate, la premier ha dovuto necessariamente scendere a patti con i suoi ministri, e la riforma dell’università è redatta proprio da Boris Johnson. Per ultimo, secondo i sondaggi, la maggior parte dei britannici è favorevole ad accogliere sempre più studenti stranieri nel Regno Unito per motivi economici, sociali e culturali.

Sembra che Theresa May, dunque, abbia dovuto cedere le armi e che sia disposta a scendere a patti, approvando un emendamento secondo cui gli studenti stranieri, per tutta la durata dei loro studi, non saranno considerati migranti.