Il vaccino contro il Coronavirus è il tema con cui si è chiuso il 2020 e con cui si apre il 2021. La campagna vaccinale avrà un ruolo cruciale per il superamento della pandemia. Anche in Sicilia, dove è già arrivato un numero molto alto di dosi, si prosegue con le somministrazioni. L’assessore alla Salute della Regione Siciliana Ruggero Razza è intervenuto a tutto tondo sul tema, tra obiettivi per il primo trimestre dell’anno e proseguimento della campagna.
Vaccini in Sicilia: come si procederà
“Per completare il primo trimestre – ha dichiarato l’assessore in un’intervista a LiveSicilia – sarà la volta degli over ottanta che, in Sicilia, sono circa trecentocinquantamila. Persone con storie, situazioni e alloggi diversi”.
L’obiettivo dell’assessorato, condiviso con il Presidente Musumeci, è di vaccinare tutti i siciliani entro settembre. “Molto dipende da fattori che non controlliamo – dichiara -, come l’approvvigionamento e la diversità dei prodotti. Credo che la tempistica possa essere rispettata“.
Al momento, nell’Isola sono arrivate oltre 55mila dosi, destinate innanzitutto al personale sanitario. Un po’ ovunque in questi giorni è cominciata la campagna di vaccinazione. Nella regione sono state somministrate 2.471 dosi di vaccino (il 5,3% di quelle presenti, secondo il sito dell’AIFA) la maggior parte nelle fasce d’età 50-59 anni e 30-39 anni.
Niente obbligo, ma limitazioni per chi non si vaccina
Secondo l’assessore Razza, l’obbligo del vaccino anti-Covid non può essere ammesso, se non tramite una norma costituzionale. Un percorso lungo e complesso anche dal punto di vista legislativo, senza contare il dibattito che scatenerebbe, per questo lancia una nuova proposta.
“Si possono introdurre limitazioni di alcune attività per chi non è vaccinato – dichiara al Giornale di Sicilia nel corso di un’intervista – […]. Si può limitare l’accesso a luoghi come palestre, piscine, stadi oppure si può impedire di viaggiare, entrare in uffici o a bordo di mezzi pubblici a chi non dimostrerà di essere immune”.
L’obiettivo, conclude l’assessore Razza, dev’essere quello di creare un modello d’azione valido per tutte le regioni italiane, senza cambiare regole o priorità di vaccinazione a seconda dei territori.