Psicofarmaci tra minori: Un fenomeno in crescita che preoccupa. In meno di dieci anni, l’uso di psicofarmaci tra bambini e adolescenti italiani è più che raddoppiato. A rivelarlo è l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), secondo cui il consumo di questi medicinali è passato da 20,6 confezioni ogni 1.000 minori a 59,3.
Un dato che non può lasciare indifferenti e che accende i riflettori su un fenomeno in crescita: il disagio psicologico tra i più giovani. L’allarme arriva in un periodo storico in cui la salute mentale è sempre più al centro del dibattito pubblico, ma i servizi territoriali dedicati a bambini e adolescenti restano spesso sottodimensionati.
Disturbi mentali in aumento: cosa sta succedendo
Secondo la Società Italiana di Psichiatria (Sip), questo incremento dell’uso di psicofarmaci “non sorprende”, perché riflette la crescita dei disturbi mentali tra i giovanissimi.
Dall’ansia alla depressione, fino ai disturbi del neurosviluppo come l’Adhd (disturbo da deficit di attenzione e iperattività), il quadro clinico si fa sempre più complesso.
Durante la pandemia, questi problemi si sono amplificati: isolamento sociale, incertezza e iperconnessione digitale hanno contribuito ad alimentare stati d’ansia e difficoltà emotive. Tuttavia, come sottolineano gli esperti, la tendenza era già in atto prima del Covid-19.
Secondo il World Mental Health Day Report condotto da Ipsos, circa il 40% delle donne della Generazione Z ha dichiarato di sentirsi spesso depressa, mentre il 54% dei giovani di questa fascia di età ha riferito di aver vissuto episodi di stress tali da non poter svolgere attività quotidiane, come andare al lavoro o a scuola. Le cause principali di questo disagio sembrano essere principalmente legate a fattori esterni come il lavoro, la pressione sociale e scolastica, ma anche l’incertezza economica e le difficoltà relazionali. Se da un lato cresce la consapevolezza della salute mentale come tema di rilevanza sociale, dall’altro persistono gravi carenze nei servizi di assistenza, con un numero insufficiente di psicologi e risorse dedicate al settore.
Antidepressivi, antipsicotici e farmaci per l’Adhd
Il Rapporto OsMed, che analizza l’uso dei farmaci in Italia, segnala che tra i più prescritti ai minori ci sono antipsicotici, antidepressivi e medicinali per l’Adhd.
Non sempre, però, l’aumento di prescrizioni deve essere interpretato solo in chiave negativa: come spiegano gli psichiatri, può indicare anche una maggiore capacità di riconoscere e trattare precocemente disturbi che un tempo restavano sommersi.
«Solo identificando le patologie – osservano gli esperti della Sip – possiamo affrontarle in tempo, evitando diagnosi tardive e cronicizzazioni».
In altre parole, la crescita delle cure farmacologiche può rappresentare anche un passo avanti nella consapevolezza collettiva.
Tipologie di psicofarmaci più usate
Secondo il Rapporto OsMed, i farmaci più prescritti ai minori sono:
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Antipsicotici,
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Antidepressivi,
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Farmaci per l’Adhd.
L’aumento delle prescrizioni può essere letto come una maggiore capacità di diagnosi precoce, essenziale per evitare aggravamenti futuri.
Box dati infografico: Uso di psicofarmaci tra i minori in Italia
| Anno | Confezioni ogni 1.000 minori | Tipo di farmaco più prescritto | Età media destinatari |
|---|---|---|---|
| 2015 | 20,6 | Antidepressivi | 12 anni |
| 2024 | 59,3 | Adhd e antipsicotici | 13 anni |
Fonte: Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), Rapporto OsMed
Tra social, isolamento e modelli irraggiungibili
Oltre agli aspetti clinici, gli specialisti individuano nuovi fattori di rischio nella vita quotidiana dei più giovani.
L’uso eccessivo dei social media e la dipendenza dal mondo digitale generano isolamento relazionale e perdita di contatto con la realtà sociale, mentre i modelli culturali dominanti – centrati su successo, perfezione e produttività – alimentano un costante senso di inadeguatezza. Come evidenziato nell’articolo incentrato sul disagio tra studenti universitari Sempre più suicidi all’università: il falso mito del successo a tutti i costi.
«Viviamo in una società che impone di ottenere tutto e subito», spiegano i neuropsichiatri, «e questo induce frustrazione, impulsività e comportamenti disfunzionali».
A complicare il quadro, c’è anche il venir meno di punti di riferimento familiari e scolastici, che lascia molti giovani in una condizione di solitudine emotiva profonda. L’esperta ha spiegato:
“Aprirsi agli altri confidando un proprio disagio mentale fa sentire vulnerabili, diversi, esposti al giudizio. Il timore induce a minimizzare i sintomi, a cercare di ignorarli, ad attribuirli a una fase passeggera, a nasconderli anche agli altri. Inoltre, la cultura attuale ci vuole sempre performanti, attivi, dinamici, felici, divertiti e divertenti. Non c’è posto per il malessere psicologico, che deve essere occultato, pena apparire perdenti, noiosi, poco brillanti”.
Diagnosi precoci e sostegno psicologico: la chiave del futuro
Se da un lato i numeri preoccupano, dall’altro offrono un’occasione per ripensare le politiche di salute mentale in Italia.
Il raddoppio dell’uso di psicofarmaci tra i minori non può essere ignorato, ma deve essere letto come un segnale d’allarme che invita ad agire: potenziare i servizi di psicologia scolastica, rendere più accessibili gli psicoterapeuti e rafforzare la prevenzione.
Il Bonus Psicologo, introdotto negli ultimi anni, ha rappresentato un passo importante in questa direzione, ma resta ancora molto da fare per garantire supporto continuo e diffuso a tutti i giovani che ne hanno bisogno.













