A partire dal 2 marzo, l’emissione lavica proveniente dalla bocca eruttiva apertasi l’8 febbraio alla base della Bocca Nuova dell’Etna ha progressivamente cessato la sua attività. L’Osservatorio Etneo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha confermato che il campo lavico si sta raffreddando, segnale di una fase conclusiva dell’evento eruttivo. Dopo settimane di attività vulcanica, il fenomeno si è dunque attenuato senza variazioni significative che possano suggerire un’imminente ripresa.
Monitoraggio sismico: stabilità e assenza di attività infrasonica
Dal punto di vista sismico, il tremore vulcanico si mantiene su livelli medi con una tendenza pressoché stazionaria. Il centroide delle sorgenti di tremore è localizzato nell’area del cratere Bocca Nuova, a circa 2.800 metri sul livello del mare. L’attività infrasonica, che solitamente accompagna le fasi eruttive più intense, risulta attualmente assente, a conferma di un graduale ritorno alla normalità.
Deformazioni e segnali geofisici: rientro nei parametri abituali
Le analisi sulle deformazioni del suolo non evidenziano cambiamenti rilevanti, segnale di una condizione di equilibrio. I segnali strain/tilt, che misurano le variazioni nel terreno dovute alla pressione del magma, sono rientrati nel loro abituale range di variazione fin dai primi giorni di marzo. Questo dato suggerisce che l’evento eruttivo è giunto alla sua fase conclusiva senza aver innescato particolari fenomeni di deformazione del suolo, che potrebbero indicare nuove risalite di magma nel breve termine.