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Catania si unisce allo sciopero per il clima: “Vogliamo trasformare la rabbia in energia rinnovabile”

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Credit: LiveUniCT
Anche Catania si è unita allo sciopero per la crisi climatica ed energetica. Ai microfoni di LiveUnict sono intervenuti studenti e attivisti, presenti alla protesta per sostenere la causa.

Come molte altre città, anche il capoluogo etneo si è unito allo sciopero globale per la crisi climatica ed energetica del 3 marzo 2023. Questa manifestazione non si concentra solo sulla questione climatica, bensì anche alla crisi energetica ed economica. Infatti, quest’ultima in particolare ha portato ad un aumento dei prezzi e ad un incremento dell’uso delle materie prime, che presto potrebbero non essere più disponibili sul nostro Pianeta.

Nonostante il clima abbastanza avverso, la manifestazione si è svolta regolarmente partendo alle 9:30 da Piazza Roma fino a Piazza Università dove di fatto è terminata. Durante la manifestazione erano presenti numerosi studenti delle superiori e universitari, oltre che vari gruppi ambientalisti. Ai microfoni di LiveUniCT, le dichirazioni di alcuni studenti e attivisti presenti alla protesta a Catania.

Il supporto degli studenti: “Siamo qua per un futuro migliore”

Grazie a questa manifestazione possiamo fare sentire la nostra voce” ha dichiarato Samuele ai microfoni di LiveUnict. Il ragazzo ha sottolineato come la questione climatica non sia presa in considerazione dalle grandi potenze europee e mondiali. Inoltre, secondo l’intervistato è necessario “rispettare l’ambiente attraverso delle piccole azioni quotidiane, con queste azioni è possibile sensibilizzare il tema. Tra le istituzioni, secondo Samuele la scuola potrebbe combattere la crisi climatica, creando “dei sistemi di raccolta differenziata all’interno delle scuole, includendo anche gli studenti stessi”.

Tra i liceali era presente anche Guenda: “Non è possibile che una questione così delicata passi solo dalle mani degli studenti – ha dichiarato la studentessa –, dobbiamo saltare scuola per una questione senza dubbio essenziale, ma che dovrebbero gestire e combattere anche gli adulti e le istituzioni”. Inoltre, Guenda ha sottolineato come ognuno di noi “possa fare poco in questo contesto, le piccole azioni da sole non bastano, è necessario l’intervento e la protesta da parte di tutti per cambiare davvero le cose”.

Infine, secondo la studentessa, è necessario l’impegno della scuola non solo nella creazione di un servizio della raccolta differenziata ma anche “nella realizzazione di progetti ecosostenibili che devono avere lo scopo di coinvolgere i ragazzi nel contesto ambientale”.

“Voglio credere e pensare in un futuro migliore, per questo oggi mi trovo qua ha dichiarato Perla, un’altra studentessa presente all’evento –. La protesta di oggi per me può rappresentare qualcosa di importante. Di certo, ognuno di noi preso come singolo può fare davvero poco per combattere una questione così grande, è necessario l’impegno del collettivo per cambiare le cose”.

L’intervento di Friday For Future: “Basta investire sulle industrie”

“Nonostante la crisi energetica ed economica, il nostro modo di fare attivismo non cambia, siamo sempre qua, vogliamo trasformare la nostra rabbia in energia rinnovabile”, così ha parlato Paola, attivista di Friday For Future, ai microfoni di LiveUnict.

Secondo Paola, sono numerose le motivazioni che hanno portato allo sciopero di oggi: “Scendiamo in piazza oggi per chiedere ai governi di non finanziare i combustibili fossili per investire nelle rinnovabili, per incentivare la distribuzione le comunità energetiche e chiediamo infine il potenziamento del trasporto urbano e delle piste ciclabili”.

Proprio su quest’ultimo punto si è concentrata l’intervistata: infatti, è essenziale pensare anche a livello locale considerando anche le prossime elezioni amministrative a Catania. Paola e  i membri di FFF, chiedono “di costruire un nuovo piano ecosostenibile: la città ne ha bisogno, ci sono tante auto per numero di persone bisogna intervenire su quest’aspetto realizzando magari una pista ciclabile efficiente”.

FFF: “Servono dei piani per rendere le aziende più green”

Secondo l’attivista, un ruolo negativo nelle crisi climatica, energetica ed economica è ricoperto dalle grandi aziende. “Continuano inutilmente a spendere su risorse non rinnovabili, altamente inquinanti a prezzi altissimi. In aggiunta, spesso queste risorse vengono acquistate da Paesi che vivono in grosse difficoltà economiche e climatiche: tutto questo crea dunque un ciclo continuo che deve essere assolutamente fermato“.

Infine, secondo l’attivista la scuola, in quanto istituzione deve avere un ruolo primario nella lotta. “È necessario diffondere la sostenibilità ambientale e le giuste maniere che ne conseguono in tutte le scuole, in modo da avere già dei piccoli cittadini formati, pronti a rispettare il nostro pianeta e tutto ciò che ci riguarda”.

A proposito dell'autore

Paolo Salemi

Nato a Catania nel 2001, diplomato all'Istituto Tecnico Industriale Archimede. Studio scienze e lingue per la comunicazione, il mio più grande sogno è diventare giornalista, sono appassionato di sport e di scrittura. Faccio parte della redazione da maggio 2021, curo la rubrica ambiente e legalità.

Università di Catania