L’Etna è in un anno di straordinaria attività e da febbraio a oggi sono oltre sessanta i parossismi registrati sul vulcano. Spesso si tratta di uno spettacolo a cielo aperto, unico al mondo, che al suo termine poggia sui paesi etnei una densa coltre nera di cenere. La recente richiesta di normalizzazione degli aiuti per le cenere vulcaniche potrebbe velocizzare l’erogazione dei fondi, ma come determinare la quantità di fondi da erogare? Il ricercatore dell’INGV Mauro Coltelli propone di usare un modello matematico.
Coltelli indica nell’applicazione del sistema previsionale Aeromat, realizzato dall’Istituto vulcanologico per monitorare l’andamento e la direzione degli sbuffi di cenere dell’Etna in ambito aeronautico, uno strumento per geolocalizzare e quantificare la ricaduta di sabbia dei comuni etnei, diventando un parametro di riferimento per aiuti di Stato, agevolazioni e sconti fiscali.
Aiuti economici, o sgravi fiscali, che per il sindaco di Milo, Alfio Cosentino, “devono riguardare amministrazioni, cittadini e produttori agricoli messi a dura prova, soprattutto nel 2021, dall’incessante attività esplosiva dell’Etna“.
Secondo il ricercatore INGV, l’uso di modelli matematici e statistici come criterio di riferimento per quantificare le ricadute di cenere potrebbe diventare un valido parametro nell’erogazione dei fondi.
A supporto dei coltivatori, nel corso dell’incontro moderato dal giornalista Turi Caggegi, il direttore della Cia Sicilia Orientale, Graziano Scardino che ha annunciato l’intervento al ministero dell’Agricoltura nell’ambito del Piano Gestione Rischi 2021 e con l’Ispettorato agrario per il riconoscimento dello stato di calamità naturale