Università in pillole

Coronavirus e università, Manfredi: “No stretta nazionale, sì a misure territoriali”

Aula Università
Dopo la prima fase della ripartenza con la didattica mista e in contemporanea con l'aumento dei contagi in tutta Italia, il ministro Manfredi fa il punto della situazione sull'università italiana.

Il nuovo anno accademico universitario è ormai iniziato in tutta Italia, nonostante le mille difficoltà poste dalla situazione di emergenza sanitaria che il mondo intero sta vivendo al momento. A tal proposito, il ministro Gaetano Manfredi ha fatto il punto della situazione universitaria in Italia in un’intervista ad HuffPost.

Sì a didattica mista ma meno studenti presenti in classe

Uno dei primi risultati che sono sottolineati dal ministro è il successo della misura della didattica mista per le università. Infatti, secondo quanto dichiarato da Manfredi, il sistema universitario è riuscito ad adattarsi velocemente e in maniera ottimale ai nuovi cambiamenti. La misura della didattica mista sembrerebbe dare risultati positivi, garantendo la possibilità di seguire le lezioni a tutti gli studenti ed evitando sovraffollamenti in classe tramite i sistemi di prenotazione messi in campo dai diversi atenei.

Tuttavia, è anche vero che molti studenti hanno preferito optare per la modalità della didattica a distanza. Questo dato è stato particolarmente evidente nel momento della risalita dei contagi. Si pensa quindi che diversi studenti abbiano deciso di sfruttare la possibilità delle lezioni online in modo da evitare di essere contagiati.

No stretta nazionale, sì a misure territoriali

Secondo quanto dichiarato dal ministro Manfredi, in ogni caso non si prenderanno delle decisioni a livello nazionale per quanto riguarda l’università. Varrà quindi la presa di posizione del singolo territorio, dato che ogni ateneo e area territoriale ha le sue singole condizioni ed esigenze da rispettare. Infatti, al di là della gestione degli spazi, la questione passa sul piano territoriale anche perché le decisioni vanno prese a seconda della condizione di diversi aspetti all’interno delle regioni, come i trasporti.

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Gender gap per lauree scientifiche e lauree abilitanti

Nell’intervista si è inoltre fatto il punto della situazione su due questioni molto importanti. La prima, parlando di digitalizzazione, riguarda l’attuale persistente mancanza di donne iscritte alle lauree STEM. Sembrerebbe infatti che gli uomini preferiscano il settore scientifico-tecnologico, mentre le donne rappresentino ancora solo il 20% degli iscritti. Manfredi ha quindi specificato che la parità di genere in questo settore è uno degli obiettivi futuri nel mondo dell’università.

Per quanto riguarda le lauree abilitanti per odontoiatri, farmacisti, veterinari e psicologi, il ministro ha spiegato come l’inserimento di tirocini professionalizzanti all’interno dei percorsi di studio possa essere un’ottima manovra per permettere un più veloce inserimento di tali figure nel mondo del lavoro. E non si esclude che altre categorie professionali possano essere coinvolti in questa misura. Infine, Manfredi ha sottolineato come mai più che negli scorsi mesi sia diventato evidente a tutti che si è tolto tanto ai settori dell’istruzione e della ricerca. A tal proposito, si spera di poter rimediare aumentando gli investimenti, soprattutto in vista dell’arrivo del Recovery Fund dall’Europa.