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Catania, in esposizione preziosa statua marmorea di epoca greca

La mostra mette insieme due pezzi d'archeologia finora separati e segue le volontà dello scomparso assessore ai Beni Culturali Sebastiano Tusa, che in passato aveva già prospettato l'idea di unire le due sculture.

Il torso del kouros di Lentini e la Testa Biscari saranno ora in mostra a Catania, nelle prestigiose sale del Museo Civico di Castello Ursino, dall’8 giugno al 3 novembre 2019. L’iniziativa è promossa dalla Regione Siciliana – Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana– Dipartimento dei Beni culturali e dell’identità siciliana, dal Comune di Catania – Assessorato alle Attività e beni culturali, dalla Fondazione Sicilia, in collaborazione con il Centro Regionale Progettazione e Restauro, Associazione Lapis, Sigilliya laboratorio di restauro srl.

L’organizzazione e la promozione sono state affidate a Civita Sicilia. La “Testa apollinea” rinvenuta nel Settecento da Ignazio Paternò Castello principe di Biscari e conservata oggi nel Museo di Castello Ursino, si ricongiunge con il torso di efebo acefalo acquisito nel 1904 da Paolo Orsi e conservato nel Museo Archeologico Regionale di Siracusa che porta il suo nome.

L’inaugurazione della mostra è fissata per l’8 giugno alle ore 14:00. A partire dal 9, la mostra sarà visitabile secondo i consueti orari operati dal Castello Ursino: dal lunedì alla domenica dalle 09:00 alle 19:00, con chiusura della biglietteria alle ore 18:00. Il biglietto d’ingresso è comprensivo delle della visita alle collezioni del Castello. Previsti sconti per gruppi, scolaresche e studenti. Maggiori informazioni sono rinvenibili sul sito del Museo Civico di piazza Federico II di Svevia.

Il Kouros

È una statua greca che aveva funzione funeraria o votiva, raffigurante un giovane, molto diffusa nel periodo arcaico e classico, tra il VII e il V secolo a. C. Una nuova opera si aggiunge così alla statuaria della Sicilia greca: il Kouros di Leontinoi.

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L’idea

Lanciata dal critico d’arte Vittorio Sgarbi e dal Sindaco di Catania, si è concretizzata grazie all’impegno di Sebastiano Tusa che, con la Fondazione Sicilia, ne ha promosso l’intervento di restauro con la ditta Siqilliya, presentandolo per la prima volta a Palermo nella Sala della Cavallerizza di Palazzo Branciforte. Il progetto di valorizzazione del Kouros, curato da Sebastiano Tusa prima della prematura scomparsa, ha mirato a restituirne l’integrità, risolvendo la querelle che da anni impegna la comunità scientifica in supposizioni e ipotesi sull’effettiva pertinenza dei due reperti a unica statua di età arcaica.

Le indagini

Imprescindibile presupposto per l’iniziativa di ricongiungimento sono state le indagini petrografiche e geochimiche promosse dall’associazione LapiS (Lapidei Siciliani) già nel 2011, grazie alle quali si può affermare che entrambi gli elementi sono stati ricavati da uno stesso blocco di marmo, prelevato nell’isola greca di Paros. Inoltre la Sicilia non dispone di materiali lapidei paragonabili a un così pregevole marmo bianco a grana media. I blocchi di marmo pario venivano pertanto imbarcati nell’isola delle Cicladi per raggiungere i porti delle colonie siceliote dove li attendevano le botteghe di scultori dalle comuni radici culturali.

Per il ricongiungimento dei due reperti con sistemi reversibili si è utilizzato il foro già esistente alla base della testa, troncata nettamente nel Settecento, colmando “la brevissima lacuna” con una protesi in materiale plastico ad alta resistenza appositamente progettata e prototipata.
Un intervento di pulitura ha inoltre permesso la rimozione dei depositi e delle incrostazioni che occultavano la tonalità della superficie marmorea della parte posteriore e dei fianchi del torso, per un riequilibrio delle variazioni tonali che ne permette di apprezzarne pienamente i valori materici.

Seguendo il filo della ricerca di Sebastiano Tusa che considerava il ricongiungimento un vero e proprio nuovo ritrovamento archeologico, continuerà a essere concepita come una realtà unitaria, non più come due distinti reperti conservati in musei diversi. Il kouros ritrovato sarà successivamente trasferito al Museo archeologico Paolo Orsi di Siracusa, dove un convegno internazionale concluderà l’evento.