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Codice Rosa per donne vittime di violenza: come funziona e a chi rivolgersi

Il Codice Rosa è stato da alcuni anni implementato in Italia per offrire assistenza alle vittime di violenza presso le aziende ospedaliere e sanitarie tramite un percorso interistituzionale. La responsabile del progetto al Pronto Soccorso di Acireale spiega come funziona la procedura e i suoi esiti.

Sono moltissime le persone che vivono in una relazione dove il linguaggio è quello della violenza fisica o psicologica. Come innumerevoli approfondimenti di natura psicologica affermano, riuscire a scappare da un rapporto malsano e tornare a vivere sereni è un processo doloroso, al quale spesso si rinuncia per paura delle conseguenze o perché non si trova l’aiuto necessario.

Oltre alla rete storica centri antiviolenza, i quali hanno fornito un aiuto instancabile alle vittime di violenza e hanno contribuito alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica, da pochi anni è nato un codice di accesso al Pronto Soccorso riservato alle donne vittime di violenza, il Codice Rosa, una task force composta da medici, infermieri, psicologi e assistenti sociali. Dal  2017 tale procedura è obbligatoria in tutti i Pronti Soccorso di qualsiasi azienda.

Il Codice è attivo a Catania e provincia da ben due anni, disponibile in ogni azienda sanitaria e ospedaliera. La dott.ssa Maria Concetta Cannella, direttrice dell’Unità Operativa Complessa di Psicologia dell’ASP di Catania, ideatrice del modello di Codice Rosa implementato al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Acireale, ha notato come la procedura abbia permesso di ottenere dati più certi sugli episodi di violenza:Prima dell’avvio della procedura le vittime non si riusciva ad avere traccia del fenomeno, in quanto ad un paziente che si presenta al Pronto Soccorso viene medicata innanzitutto per lesioni più o meno gravi e non è detto che emergesse il fatto che fosse vittima di violenza domestica.”

Il progetto, invece, si prefissa l’obiettivo di offrire un’assistenza e supporto a vittime dichiarate e riconosciute come potenziali dal personale medico del Pronto Soccorso, attraverso un percorso interistituzionale. La dott.ssa Cannella ha fornito un quadro complessivo riguardo all’iter che segue una vittima di violenza dal suo arrivo al Pronto Soccorso fino all’eventuale esito.

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Nel momento in cui presenta una vittima di violenza, sia dichiarata che sospetta, il triagista comporrà un numero breve che allerti psicologo ed assistente sociale, il quale formano una équipe integrata insieme al personale medico. A quel punto viene effettuata un’analisi completa del caso, sia i danni fisici subiti dal paziente che i traumi psicologici. La vittima va informata dei propri diritti, e di come può chiedere aiuto alle autorità, disporre il suo trasferimento in una struttura di supporto che accolga vittime di violenza.

La dott.ssa ribadisce comunque che qualunque decisione “va presa sia nell’interesse delle vittima, ma anche nel massimo rispetto della sua volontà”. Tra i numerosi casi che si presentano c’è infatti chi non desidera denunciare un’aggressione per le ragioni più svariate, ma anche in questo caso l’équipe effettua delle follow-up successivo al ricovero in struttura che permettano di seguire il caso del paziente. In ogni caso, la vittima può prendere coscienza dei suoi diritti e della possibilità di chiedere e trovare aiuto.

La taskforce integrata si trova comunque a fronteggiare situazioni diverse quanto lo sono le stesse vittime, in un delicato equilibrio dove entrano in gioco fattori psicologici, o pratici come l’equilibrio familiare, specie in presenza di minori. Ci vuole davvero un lavoro sinergico per offrire il supporto di cui si ha bisogno e adeguarsi alle esigenze del paziente.

Il percorso operato dal Pronto Soccorso di Acireale vanta comunque un supporto che va oltre le donne vittime di violenza domestica. I casi di violenza purtroppo esulano dai ruoli di genere, ma abbracciano anche minori con situazioni familiari disagiate, anziani, disabili, omosessuali, vittime di bullismo.

La scelta dell’équipe integrata di Acireale, come afferma infine la dott.ssa Cannella, offre assistenza 30 giorni su 30 a chi vive una situazione in cui subisce giornalmente abusi e prevaricazioni, in un percorso che segue la vittima dal suo arrivo all’ospedale fino all’inizio di una svolta nella propria vita e l’auspicio di un futuro più sereno.