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CARNEVALE 2017 – Menù di Carnevale, cosa si cucina nelle case dei siciliani

Ovunque il Carnevale è sinonimo di festa e buonumore, scherzi e divertimento. E in Italia, si sa, ogni occasione è buona per festeggiare (e mangiare!). In attesa del periodo di Quaresima, i banchetti del giovedì grasso, della domenica e del martedì di carnevale si fanno ricchi e abbondanti grazie alla preparazione di pietanze tipiche certamente non dietetiche!

Iniziamo il nostro menù con i maccheroni al ragù, preparati con la cotica di maiale e spezie, proseguiamo con il minestrone del giovedì grasso modicano, a base di verdure, patate, fave secche sgusciate, cipolla, prezzemolo, sale e pepe. Un altro must have è la salsiccia arrostita alla brace. E dopo la leggerezza dei primi e dei secondi, ci si dedica al dolce, tra i quali spiccano le chiacchiere, la pignolata messinese e gli intramontabili cannoli.

CHIACCHIERE

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Chiacchiere al sud, bugie al nord, cenci o frappe in centro Italia: svariati nomi per indicare un’unica pietanza, semplice e casereccia, ma dalle origini antichissime. Già ai tempi dei Romani le frictilia, ovvero un impasto a base di farina e uova, venivano preparate e fritte nel grasso del maiale nel periodo delle Saturnalia. E oggi, nonostante la sostituzione del grasso con l’olio, la forma a strisce è rimasta invariata. Il segreto delle chiacchiere non sta però soltanto nella sua bontà, ma anche nella semplicità che le contraddistingue. Pochi ma buoni ingredienti che uniscono tradizione e innovazione grazie alle gustosi varianti preparate in tutta Italia (immerse nel cioccolato, cotte al forno o salate).

PIGNOLATA MESSINESE

La pignolata è invece una prelibatezza tutta Made in Sicily. Si tratta, infatti, di un dolce tipico messinese risalente anch’esso al periodo dell’Antica Roma: preparata durante la festività del Carnem Levare, la pignolata ricoperta di miele doveva simulare la forma di una pigna a scopo propiziatorio. All’inizio fu appannaggio delle classi povere, ma poi, durante la dominazione spagnola in Sicilia, l’arricchimento della ricetta l’ha resa accessibile anche alla nobiltà. I maestri pasticceri di Messina, infatti, inserirono la variante “bianca e nera” utilizzando il cacao e il limone. La ricetta è rimasta immutata fino ai giorni nostri: ecco che la pignolata glassata alla messinese si presenta oggi come un dolce composto da pigne ricoperte di glassa al cioccolato e al limone.