Attualità

Peter Dinklage: “La vita dopo la laurea fa schifo”, ma sarà davvero così?

A poco tempo dal debutto della sesta stagione di Game of Thrones, fa il giro sul web un celebre discorso del 2012 di uno dei protagonisti, Peter Dinklage, che nella saga interpreta il ruolo di Tyrion Lannister.

laureato

L’attore infatti rivolgendosi agli studenti neolaureati del Bennington College, il suo ex istituto nel Vermont, dice: La vita dopo la laurea fa schifo. Ma poi le cose diventano sempre meglio. Non preoccupatevi di dire al mondo che siete pronti. Semplicemente dimostratelo‘. Per chi non conoscesse l’attore, è affetto da naninsmo acondroplasico, e ha lavorato per sei anni in una società di elaborazione dati prima di iniziare la sua carriera da attore. Conclude commosso dicendo: ”Non fate come me. Non aspettate prima di concedervi il permesso di fallire”.

Ma cosa succede dopo la laurea? Sarà veramente così disastrosamente schifoso? Ce lo siamo chiesti pure noi e ci siamo dati delle risposte:

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1. Si torna a vivere con mamma e papà

Per alcuni può essere bellissimo tornare a casa, per altri no. Se siete stati per anni fuori sede, distanti chilometri da casa, vi accorgerete che il vostro letto è diventato un deposito di biancheria stirata o, come nel mio caso, di piumoni e coperte del cambio stagione. Vi accorgerete che le abitudini sono diverse: perché c’è chi mangia come le galline e chi fa la nottata prima di cucinarsi un piatto di spaghetti. All’inizio, forse, vi sentirete degli estranei ma poi tornerete a farci l’abitudine, torneranno le telefonate di mammina se alle quattro del mattino non siete ancora rientrati a casa e inizieranno i paragoni con i figli di qualche altro amico/a che fortunatamente è già sistemato, è andato a studiare a Oxford o ha già ottenuto (però non si sa come) il famigerato posto fisso.

2. Vi liberate da mense, aule studio e biblioteche, a meno che non abbiate intrapreso un percorso di ricerca

E sarete pure felici di farlo perché tornerete a mangiare serenamente e silenziosamente in cucina il minestrone, il polpettone della nonna o chissà quale altra diavoleria. Smetterete di far finta di studiare in aula studio quando sapete benissimo che più che essere interessati dal libro di biologia, avete occhi solo per il tizio o la tizia seduta di fronte.

3. Perdete i contatti con i vostri vecchi compagni di corso

Per molti succede. Avete presente quelle persone con cui avete condiviso ansiolitici, appunti, esami, messaggi fino alle 5 di mattina,sbornie e quant’altro?  E’ inevitabile, soprattutto se abitate in città distinte, che sarà sempre più difficile vedersi: inizialmente continuerete a mandarvi tremila messaggi com’era vostra abitudine fare, dopo lentamente mollerete la presa. Farete la prima rimpatriata, poi la seconda e la terza cena non si farà perché sarete già troppo lontani.

4. E se faccio un master?

In mezzo a tante difficoltà e tante porte chiuse in faccia, non vi resta altro da fare che tentare qualunque strada percorribile: inizierete a seguire corsi senza senso o master improbabili. Ma davvero, sostenendo un costosissimo master, avrete maggiori possibilità di rincorrere il successo o di essere assunti nell’immediato?

5. Ma quanto mi è servito studiare quelle cose?

L’80 percento delle cose che durante l’università abbiamo studiato faticosamente non ha una vera e propria applicazione nel mondo del lavoro. E inizieranno le domande esistenziali: ho fatto davvero la scelta opportuna? O nell’ottica del “tutto fa brodo” ho solo arricchito il mio bagaglio culturale ma professionalmente ho ancora un universo da racimolare?

6. Compromessi? Sì, grazie

“Nel mondo del lavoro non esiste quella sorta di rapporto socratico che è possibile stabilire con insegnanti e docenti. Spesso in realtà non esiste neanche all’università, ma almeno è lecito illudersi che in ambito accademico ci siano individui pagati appositamente per interessarsi a quello che pensate, e farvi progredire”.

Il mondo del lavoro per alcuni che voglio perseguire strade ambigue rappresenta una vera chimera, per altri che, malgrado tutto, sentono il bisogno di lavorare, di non restare con le mani in mano facendosi mantenere da mamma e papà, sono disposti pure a “rinnegare” il pezzo di carta incorniciato in soggiorno e fare di tutto, scendere a compromessi diventa inevitabile. Vi ritroverete a fare cose che non avevate intenzione di fare, che non vi passavano per l’anticamera del cervello ma viene il giorno in cui si ha  l’obbligo di collaborare e confrontarsi con altre persone, con il vostro capo e sarà necessario essere flessibili e fare di tutto, sempre nei limiti del fattibile.

7. C’è bisogno di economie e controllo delle proprie finanze

Le buste paghe di molti neolaureati sono molto basse: è normale fare la gavetta, specialmente all’inizio e non ci si può certo aspettare uno stipendio di 2000 euro al mese. Per questo niente più capricci di fine stagione, niente più ristorante tutte le sere, niente viaggi costosi o fine settimana in giro per l’Europa. Bisogna essere realisti: da neolaureato si impara a gestire in modo più concreto ed economico le proprie finanze e cambiare, se necessario, il proprio tenore di vita.

 

 

 

A proposito dell'autore

Maria Eleonora Palma

Autore - Sono nata il lontano 24 Novembre del 1993 a Vittoria, una piccola città in provincia di Ragusa. Mi divido tra Catania, dove frequento il primo anno della facoltà di Scienze e Tecniche Psicologiche, e la mia città natale che amo tanto e a cui sono legati ricordi, amicizie e impegni vari. Sono una persona piuttosto socievole e accogliente, amo fare nuove esperienze (per questo piuttosto spesso mi ritrovo in situazioni buffe e stravaganti, comunque… sorvoliamo la faccenda!). Mi piace molto scrivere, leggere libri di tutti i generi e sono da ormai 4 anni educatrice in ACR (Azione Cattolica Ragazzi). I bambini sono il mio piccolo laboratorio: mi piacerebbe in futuro lavorare con loro, e grazie a questa opportunità ho scoperto pian piano che i bambini non sono dei piccoli “mostriciattoli capricciosi”, anzi un continente di emozioni, pensieri e comportamenti da scoprire. E’ molto bello e gratificante lavorare e avere a che fare con loro, spesso sono più sensibile e profondi degli adulti. Mi piacciono gli animali, anche se per ragioni di spazio, non ne tengo alcuno a casa. L’ultimo libro che ho letto è Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, uno dei miei libri preferiti, riletto più volte, questa è la terza, e credo uno dei testi meglio riusciti sull’autismo infantile. Non appena riuscirò a ritagliarmi un po’ di tempo, vorrei iniziare un corso di fotografia. Quello che mi manca è la Reflex, ma questo non è un problema.