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“Scrittore per Strada”, una macchina da scrivere in via Etnea. Intervista a Walter Lazzarin

Una macchina da scrivere, un libro da vendere, delle chiacchiere da scambiare e dei sogni da realizzare. Walter Lazzarin è “Scrittore per Strada”, viene da Rovigo, fino a giorno 4 febbraio sarà tra Via Etnea e Corso Italia e il suo obiettivo è attraversare l’Italia regalando tautogrammi.

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Il viavai di gente che passeggia per la centralissima via Etnea a qualsiasi ora del giorno e della notte è uno dei vanti di Catania, città dei contrari e dei vigili ad accompagnare le candelore.
Quanti però hanno notato, ai lati della folla, quel ragazzo che, circondato da libri dalla copertina arancione, scrive battendo su una vecchia Olivetti, suscitando la curiosità di chi non vedeva un simile aggeggio da decenni e di chi, invece, non sa neppure cosa sia?

Non è certo possibile scambiarlo per un clochard, e se doveste chiederci come definirlo non saremmo sicuri delle parole da usare; forse un artista di strada, forse un venditore itinerante o una qualunque altra definizione giuridico-sociale che male riesce a contenere ciò che è l’esperienza di Walter.
Sicuramente Walter è uno scrittore, oltre che un professore e un coraggioso.

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Noi di LiveUniCT siamo andati ad incontrarlo e abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lui.

Cosa facevi prima di decidere di girare l’Italia con una Olivetti?
Ho insegnato per 4 anni in una scuola privata Storia e Filosofia, ho una laurea in Economia e una in Filosofia, ho amato insegnare ma ero uno scrittore e rimango uno scrittore. Da una idea per un libro, poi maturata e limata, ho trovato lo spunto e la forza di non delegare ad un mio personaggio ciò che io avrei voluto fare.

Che idea avevi inizialmente? Come stai riuscendo ad applicarla?
Avevo immaginato un ragazzo che decideva di girare l’Italia bussando porta a porta tentando di promuovere le sue opere; per rendere il tutto verosimile ho iniziato ad informarmi sugli aspetti legali e logistici e ho capito come fosse un’idea lontana dalla realtà. Per poter attuare una cosa del genere necessiti di qualcuno alle spalle e io non avevo nessuno.
Ho ripiegato sulla sistemazione attuale, che forse è anche più “figa” e incuriosisce maggiormente la gente; le forze dell’ordine non mi hanno mai fatto problemi, occupo meno di due metri quadri e non disturbo nessuno.

Hai notato differenze tra Catania e Roma?
Purtroppo sì. Qui do maggiormente l’impressione di essere uno dei tantissimi clochard che popolano questa via, spesso nemmeno mi guardano o si avvicinano per lasciarmi monetine, che non accetto.
La macchina da scrivere, almeno, attira un po’ gli sguardi e, abbinata alla camicia che indosso a volte, aiuta la gente ad incuriosirsi e a capire che non sono un barbone. Qui appena un coraggioso decide di interessarsi a me, si crea un capannello di persone, a Roma erano molti più i singoli a voler sapere cosa stessi facendo.

Cosa scrivi qui in mezzo alla strada?
La macchina da scrivere non mi serve per creare, al momento, quanto per ricopiare i miei tautogrammi, che porto sempre con me grazie all’ebook reader. Uso questi tautogrammi come metodo per attaccare bottone, incuriosire la gente e regalargli qualcosa. Da lì tento di incuriosirli abbastanza da convincerli a comprare il mio libro “Il drago non si droga”.
Quindi, insomma, non mi serve molta ispirazione o concentrazione.

Vuoi percorrere tutta l’Italia, sei riuscito ad organizzarti?
Tendenzialmente ho il sogno di fermarmi almeno una volta in ogni regione, anche se è difficile. In alcune città mi affido a dei B&B molto economici mentre in alcune prossime tappe mi affiderò all’amicizia e all’ospitalità di conoscenti, amici e fan che hanno deciso di darmi una mano. Non sono pochi quelli che mi contattano e tentano di darmi una mano: ho ottenuto una presentazione a Messina grazie ad un gentilissimo ragazzo che ha organizzato il tutto.

Parlaci de “Il drago non si droga”.
Ho difficoltà nel dare una definizione sul mio libro e su come riuscire ad inquadrarlo nelle categorie canoniche. E’ sicuramente un romanzo di formazione, con aspetti del thriller e del romanzo d’avventura, forse per un target non troppo giovane anche se ho avuto pareri da ragazzi delle medie che lo hanno letto e apprezzato.
E’ ambientato nel 1990 e i protagonisti sono Giacomo, un ragazzino di 8 anni e il suo drago di peluche, inseparabile amico con cui trova la forza di scappare di casa e di scoprire il mondo ambiguo che si cela nei giardini pubblici. Giacomo incontra dei tossici e, misteriosamente, uno sa il suo nome.

Per il resto della trama, Walter vi aspetta sulla sua pagina facebook e sul suo Blog con degli aggiornamenti in tempo reale su dove trovarlo.

Foto a cura di Chiara Di Salvatore