La riuscita negli studi, come è noto, è funzione di una molteplicità di variabili che riguardano l’estrazione sociale e culturale di provenienza del giovane (grado d’istruzione dei genitori e status occupazionale dei genitori), ma anche, tra gli altri, il rendimento scolastico e l’esigenza di lavorare durante gli studi.
L’età media alla laurea dei laureati del 2016 è pari a 26,1 anni: 24,9 anni per i laureati triennali, 26,9 per i magistrali a ciclo unico e 27,5 anni per i laureati magistrali biennali. Un dato che tiene conto anche del ritardo nell’iscrizione al percorso universitario (si tratta del ritardo rispetto alle età “canoniche” dei 19 anni per la triennale e il ciclo unico e di 22 anni per la magistrale biennale), che tra i laureati del 2016 in media è pari a 1,5 anni.
L’età alla laurea è diminuita in misura apprezzabile rispetto alla situazione pre-riforma e continua a diminuire negli ultimi anni: l’età media era infatti 27,1 anni nel 2006, di un anno più elevata rispetto alla situazione attuale.
La regolarità negli studi, che misura la capacità di concludere il corso di laurea nei tempi previsti dagli ordinamenti, ha registrato negli ultimi anni un marcato miglioramento.
Se nel 2006 concludeva gli studi in corso il 34% dei laureati, nel 2016 la percentuale raggiunge il 49%: in particolare il 57% tra i magistrali biennali, il 48% tra i triennali e il 37% tra i magistrali a ciclo unico (quota che risente soprattutto del ritardo dei laureati in Giurisprudenza).
Peraltro, se dieci anni fa a terminare gli studi con quattro o più anni fuori corso erano 20 laureati su cento, oggi si sono quasi dimezzati.
L’età media alla laurea dei laureati a ciclo unico varia dai 26,8 anni di giurisprudenza e farmacia ai 27,9 dei veterinari. L’età media dei laureati magistrali biennali si attesta, come si è detto, sui 27,5 anni: 31,5 anni per le professioni sanitarie, 30,1 per il gruppo insegnamento e, all’opposto, tra 26 e 27 anni per i gruppi chimico-farmaceutico, economico-statistico, scientifico e ingegneria. Si tratta però di un’età “lorda”, condizionata dalla presenza rilevante di laureati che hanno fatto il proprio ingresso al biennio magistrale in età superiore a quella tradizionale, come si è accennato poco sopra.