Una studentessa appartenente alla rete Rethinking Economics Italia, nel corso di un incontro organizzato all’Università di Bologna, si è rivolta all’ex premier Romano Prodi (ospite dell’evento) usando parole dure.
“Le parlo come componente di quella che viene definita “Generazione Erasmus”. […] Una generazione nata e cresciuta all’interno dell’Unione Europea ed educata con la favola di un’Europa di cooperazione e obiettivi comuni, di uno spazio in cui viaggiare liberamente ed educarsi alla diversità. Un luogo di pace, prosperità e libertà. La favola della nuova generazione Europea di studenti colti, aperti e con alta mobilità si scontra però con la realtà, ossia con la generazione dei disoccupati e dei lavoratori poveri”. Comincia così il duro j’accuse di una studente appartenente alla rete Rethinking Economics Italia, nel corso di un incontro organizzato il 23 febbraio all’Università di Bologna, che si è rivolta all’ex premier Romano Prodi.
Il video del botta e risposta con l’ex presidente del Consiglio a proposito del tema della politica e del precariato ha fatto il giro del web in poco tempo, ottenendo moltissime condivisioni e consensi da giovani della sua età. Nonostante la favola dell’Unione Europea, la studente sosteneva, infatti, che solo l’1% degli studenti italiani partecipa a progetti di mobilità, mentre tutti gli altri si trovano in situazioni di precarietà o disoccupazione. La disoccupazione giovanile nel 2017 supera il 40%: molti sono costretti ad emigrare, e quei pochi che trovano lavoro in Italia sono costretti ad accettare orari e salari da fame con contratti a termine o retribuiti tramite voucher.
“Il futuro dei giovani italiani è un futuro grigio e di cui lo Stato ha deciso di non farsi carico. – continua Cristina – L’Italia ha scelto di condividere e mettere in atto lo smantellamento dello stato sociale: ha tagliato educazione, istruzione, protezioni sociali, investimenti industriali, ecc. Una situazione di cui nessuno vuole farsi responsabile ma che è strettamente collegata con l’adesione dell’Italia alle politiche neoliberiste”.
Alla fine del suo intervento, arriva poi l’attacco diretto a Romano Prodi: “Professore, […]non possiamo non dimenticare che lei, come presidente dell’IRI ha svenduto il patrimonio economico italiano a società private. Lei partecipò in prima persona alla nascita dell’euro, prima come Presidente del Consiglio e poi come Presidente della commissione europea. Lei non si è battuto per cambiare i criteri scellerati del trattato di Maastricht, nei quali l’Italia non rientrava, ma promise riforme future. Da quel peccato originale è succeduto un vortice di privatizzazione, tagli al welfare, sottomissione ai diktat franco- tedeschi, attacco ai salari e ai diritti dei lavoratori con l’unico obiettivo di ridurre il nostro debito pubblico, rientrare nei parametri di Maastricht e renderci ‘competitivi’. Fu proprio durante il suo governo che venne approvato il pacchetto Treu che diede inizio al fenomeno della precarietà in Italia. Durante il suo secondo mandato da Presidente del consiglio, poi, fu lei a firmare il trattato di Lisbona che di fatto era uguale alla Costituzione europea bocciata nel 2005 da francesi e olandesi. […] Questa è proprio la sua Europa. Lei ha svenduto il nostro futuro e in cambio di cosa?”.
L’ex premier ascolta tutto con attenzione, prende appunti, ma replica brevemente: “Lei dice di fare parte della Generazione Erasmus ma come rimedio vuole ripristinare le frontiere, mi pare strano. Questa sarebbe la fine non solo dell’Europa ma anche dei nostri Paesi. Se siamo in questa situazione non è a causa dell’Unione Europea ma di un capitale assolutamente mobile e di un lavoro che invece rimane fisso”.