Piovono dure polemiche sulla questione degli insegnanti, soprattutto sui supplenti che attendono ancora lo stipendio. Si tratta di più di 30 mila docenti rimasti senza busta paga, nella maggior parte dei casi, docenti fuori sede.
Secondo gli ultimi dati del sindacato Usb, sono trentamila i docenti precari e centinaia di amministrativi che non percepiscono lo stipendio da mese, inclusa la tredicesima.
Scrive l’Unione sindacale di base: “Migliaia di precari della scuola non vedono lo stipendio dallo scorso settembre, sono insegnanti che hanno pagato le tasse e le bollette e, ancora una volta, hanno dovuto trascorrere i periodi festivi tirando la cinghia”. Marcello Pacifico, segretario dell’Anief, altro sindacato di base: “In molti casi i docenti non pagati sono stati assunti a tempo determinato a centinaia di chilometri da casa. Hanno spese vive, innanzitutto l’affitto e il costo dei trasporti, che non riescono più a sostenere”.
Nel dicembre 2016 il ministro dell’istruzione aveva annunciato un’emissione speciale, poi spostata al 9 gennaio 2017, ma una circolare ha annunciato una nuova data, fissando l’emissione a mercoledì 18 gennaio. Per quanto riguarda la responsabilità del ritardo, sia il ministro dell’Istruzione che quello delle Finanze si passano la patata bollente. Il problema si concentra sul portale Sidi, che cura l’amministrazione e la contabilità scolastica e presenta diverse difficoltà di connessione. Soprattutto, il Mef non carica i borsellini elettronici – i Pos – dei singoli istituti e le singole segreterie non possono autorizzare pagamenti.