Nuovo capitolo per l’Università di Catania, che stamattina ha celebrato il 581° anno dalla fondazione. La cerimonia di inaugurazione, al Monastero dei Benedettini, ha visto la partecipazione di tutta la comunità accademica.
Tra l’aumento delle immatricolazioni e tante altre attività, l’Ateneo catanese ha aperto con grande soddisfazione il nuovo anno accademico. E, ai microfoni di Live Unict, il rettore Giacomo Pignataro ha parlato dei progetti dell’Università e di possibili cambiamenti per gli studenti, anche sul numero chiuso.
“Stiamo valutando per alcuni corsi, – afferma il rettore Pignataro – come nel caso di Scienze Politiche, se togliere il numero chiuso, che il dipartimento aveva deciso di mantenere lo scorso anno. E’ chiaro se il risultato che abbiamo avuto quest’anno è stato un risultato importante, abbiamo registrato una crescita di circa il 15 % del numero delle matricole”.
Facilitare lo studente nel percorso formativo è uno dei obiettivi dell’Università di Catania, che già da quest’anno ha attivato corsi di tutorato per gli iscritti al primo anno.
“Quello su cui stiamo lavorando – continua il rettore – per quest’anno è di garantire che i nostri corsi di studi abbiano una progettazione più solida nell’organizzazione complessiva delle attività formative, un coordinamento maggiore al fine di agevolare il percorso di studio dello studente. Siamo intervenuti anche sulle modalità con cui i docenti forniscono le informazioni dei programmi di studio, attraverso un nuovo syllabus, che declina meglio diritti e dovere dei docenti e studenti. Ma soprattutto stiamo cercando di accompagnare gli studenti del primo anno con un’attività di tutorato didattico e integrativo su cui abbiamo investito una grande quantità di risorse”.
Ma, si sa, per tanti che si iscrivono all’Università di Catania, tanti altri dopo aver terminato i corsi triennali emigrano verso altri atenei. E, in alcuni casi, anche coloro che desiderano restare vengono forse scoraggiati dall’offerta formativa, su cui l’Ateneo sta meditando di apportare dei cambiamenti.
“Il fenomeno della migrazione – conclude Giacomo Pignataro – è un fenomeno significativo che ha diverse radici. Sicuramente una radice è la nostra offerta formativa, su cui stiamo facendo una riflessione, anche per vedere se è il caso di mantenere alcuni corsi di studio e/o di farne altri. Ma non si può negare che il fenomeno della migrazione è in parte una migrazione non tanto dall’università ma dal territorio”.