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Il nuovo Decreto Aiuti Quater, approvato con un finanziamento di 9,1 miliardi di euro, ha promosso il bonus 3000 euro: vediamo a chi va davvero questo contributo ed eventualmente come usufruirne poiché non è necessario effettuare nessun tipo di domande per averlo.
Bonus 3000 euro: a chi spetta
Il “bonus dipendenti” da 3mila euro può esser erogato solo dalle aziende che operano nel settore privato. Sono invece escluse le pubbliche amministrazioni. A beneficiare del premio, sono solo i lavoratori dipendenti.
In cosa consiste
Praticamente sul contributo, se riconducibile al pagamento delle bollette o a una forma di welfare aziendale, non si paga alcuna imposta perché non è considerato reddito imponibile. Tuttavia, questo azzeramento delle imposte vale anche per l’azienda, che così può dedurlo dal proprio reddito.
Le utenze che possono essere coperte dal bonus sono quelle che riguardano gli immobili a uso abitativo del dipendente, del coniuge o dei suoi familiari, che ne sostengono le spese anche senza che vi abbiano stabilito la residenza o il domicilio.
Bonus 3000 euro: le spese che rientrano
Rientrano nell’agevolazione anche le spese delle bollette per uso domestico condominiali, nella quota spettante al singolo condomino. Anche in caso di affitto, se le utenze sono intestate al proprietario e nel contratto di affitto risulta che il locatario deve pagarle si può usufruire di tale bonus per pagarle.
Domande
Per ottenere i fringe benefit non è necessario effettuare nessuna domanda ma dipende dalle scelte che farà l’azienda e a chi lo concederà. Tuttavia, le imprese private possono scegliere liberamente se offrirlo ai suoi dipendenti o meno.
Secondo Confindustria, il bonus 3mila euro riguarda circa il 17% dei lavoratori, “quindi molto pochi”. Un’altra critica dell’associazione riguardo alla misura è che “sposta la palla nel campo delle imprese” e che alcune aziende riusciranno a erogarli senza problemi, altre lo faranno in maniera parziale.
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