Lo Stato ha stanziato del denaro, al fine di aiutare i commercianti e le imprese in difficoltà in questo periodo di pandemia. Questo denaro però è finito illecitamente nelle mani di imprenditori, commercialisti e professionisti, i quali non avevano nessun diritto. La maxifrode, è stata scoperta grazie alle indagini della Guardia di finanza di Rimini, successivamente l’indagine si è diffusa sulle altre regioni, in totale gli indagati sono 78, mentre sono 35 le misure cautelari dichiarate dal gip.
L’importo complessivo dei fondi illeciti è di 440 milioni di euro, che venivano percepiti tramite la creazione di falsi crediti d’imposta, sono attualmente in corso diverse perquisizioni. Sono otto le persone carcerate, mentre sono quattro le persone ai domiciliari, a 20 imprenditori è stata disposta  l’interdizione all’esercizio di impresa, per i 3 commercialisti invece l’interdizione all’esercizio delle professione. Dalle indagini della Guardia di finanza di Rimini, si evince che queste persone facevano parte di una grande associazione che si espandeva in tutta Italia.
Dalle indagini dei finanzieri di Rimini si evince che queste persone facevano parte di una grande associazione che si espandeva in tutta Italia. I controlli continuano su tutta la penisola, i finanzieri di Rimini grazie alla collaborazione di altri reparti territoriali, ha effettuato circa un’ottantina di perquisizioni, inoltre sono stati sequestrati i falsi crediti d’imposta, tra gli indagati 9 avevano presentato la domanda per ottenere il reddito di cittadinanza, altri avevano dei precedenti per collaborazione con la mafia. L’esecuzione delle misure è scattata oltre che in Emilia Romagna anche in Abruzzo, Basilicata, Campania, Lazio, Lombardia, Marche, Puglia, Sicilia, Toscana, Trentino e Veneto.
Nell’inchiesta delle Fiamme gialle, sulla truffa si evince che sono state create 100 società per ottenere dei bonus locazione, ristrutturazione e bonus facciate. I finanzieri di Rimini hanno scoperto che gli imprenditori avevano creato la sede principale a Rimini, in quest’ultima “studiavano” le giuste strategie per cedere i crediti di imposta.













