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Sempre più discussa l’ipotesi terza dose Sicilia a partire da ottobre. L’idea di portare avanti la campagna di vaccinazione anti-covid potrebbe procedere proprio con l’inoculazione della terza dose a partire dalle categorie ritenute più a rischio.
Tuttavia, un’ipotesi su cui sono d’accordo anche gli esperti è quella di fare un esame per vedere la carica anticorporale presente fino ad ora prima di procedere con la somministrazione di un ulteriore vaccino. E se l’Ema o le agenzie sanitarie nazionali ritengono necessaria una terza dose, l’Ue, secondo il commissario per il Mercato interno, Thierry Breton, è pronta grazie alle sue grandi capacità produttive.
Terza dose Sicilia: le categorie interessate
L’ipotesi terza dose Sicilia diventa sempre più concreta e a tal proposito si è pensato che le prime categorie che potranno ricevere il vaccino sono proprio le categorie più a rischio e dunque i soggetti fragili, gli immunodepressi e gli anziani poiché a breve potrebbero rimanere scoperti considerando che alcuni tra questi soggetti ha ricevuto la prima dose a partire da febbraio e tra qualche mese sarà passato circa un anno.
A confermarne la necessità sono anche i risultati di uno studio pubblicato in pre-print dall’Università di Glasgow e coordinata dal Centro per la Ricerca contro il Cancro dell’università di Birmingham sulla rivista Lancet, secondo cui il 40% delle persone immunodepresse, cioè con un debole sistema immunitario, generano bassi livelli di anticorpi rispetto a chi è in buona salute dopo due dosi di vaccino contro il Sars-CoV-2. Secondo lo studio l’11% dei pazienti immunodepressi presenta una risposta immunitaria pari a zero dopo le due dosi.
Importanza del test per verificare la carica anticorporale
Eseguire un test sierologico è risultato davvero importante soprattutto per le categorie fragili per verificare la carica anticorporale e accertarsi di essere in possesso degli anticorpi da covid-19. Tuttavia, lo studio eseguito dall’Università di Glasgow ha rilevato che i sogetti fragili hanno una risposta immunitaria più bassa e alle volte pari a zero rispetto ai soggetti “sani”.
“Al momento non vi sono dati sulla sicurezza della terza dose, mentre sono usciti alcuni studi sugli immunodepressi, in particolare trapiantati e dializzati, che rispondono poco alle prime due dosi e bene alla terza” – spiega il virologo dell’università Bicocca di Milano, Francesco Broccolo.”
Secondo il Virologo però sarebbe opportuno valutare chi, tra queste categorie, ha realmente bisogno della terza dose, “perché non tutti hanno una risposta bassa al vaccino. A tal fine potrebbe senz’altro essere utile fare in queste persone un monitoraggio periodico dei livelli di anticorpi neutralizzanti, perchè sono questi quelli che proteggono dall’infezione”.
Test pungidito
Un altro tipo di test introdotto per verificare la presenza di anticorpi riguarda un test che si può acquistare in farmacia e semplicemente pungendo il dito si può verificare la presenza di anticorpi da covid-19.
!Per monitorare ogni 1-2 mesi la situazione di anziani e dializzati per esempio sarebbe molto utile, facile da usare ed economico”, – dichiara il Virologo Broccolo.
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