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Certificato vaccinale: il Parlamento Europeo e il Consiglio hanno raggiunto un temporaneo accordo sul Certificato Covid Digitale Ue al fine di garantire la libera circolazione durante la pandemia.
Certificato vaccinale: come funziona
Il Certificato Covid Digitale Ue è un certificato vaccinale che consentirà la libera circolazione tra gli Stati dell’Unione Europea in tempi di pandemia da Covid-19. Il certificato sarà disponibile sia in formato digitale che cartaceo e dimostrerà se una persona:
- è stata vaccinata contro il coronavirus,
- ha recentemente avuto il covid e ha un risultato di test negativo contro quest’ultimo,
- è guarita dall’infezione.
Si produrranno, dunque, tre differenti certificati a seconda delle tre tipologie di situazioni in cui ci si ritrova.
Certificato vaccinale: chi può richiederlo
A beneficiare del certificato vaccinale, dovrebbero essere tutti coloro i quali sono soliti e frequenti ad attraversare le frontiere per svariati motivi quali, ad esempio:
- lavorativi,
- scolastici,
- sanitari,
- familiari (visite a parenti stretti bisognosi di assistenza).
Viaggi sicuri in tempo di covid: le disposizioni
I Paesi Ue non devono imporre ulteriori restrizioni di viaggio, come la quarantena, l’autoisolamento o i tamponi, “a meno che non siano necessarie e proporzionate per salvaguardare la salute pubblica”, facendo riferimento anche alle prove scientifiche disponibili, “compresi i dati epidemiologici pubblicati dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc)”. Tali misure dovrebbero essere notificate agli altri Stati membri e alla Commissione 48 ore prima.
Inoltre, devono accettare i certificati di vaccinazione rilasciati in altri Stati membri per le persone che hanno ricevuto un vaccino autorizzato dall’Agenzia europea dei medicinali (Ema) (attualmente Pfizer-BioNTech, Moderna, AstraZeneca e Janssen). Per quanto riguarda ulteriori vaccini che non sono quelli appena citati, spetterà ai Paesi Ue decidere se considerarli accettabili o no.
I certificati saranno chiaramente verificati al fine di accertare la loro autenticità e prevenire frodi e falsificazioni.
Per quanto concerne i dati personali ottenuti dai certificati, essi non potranno essere immagazzinati nei Paesi dell’Unione europea verso cui ci si dirige e non ci sarà una banca dati centrale stabilita a livello Ue. Inoltre, La lista delle entità che tratteranno e riceveranno i dati sarà pubblica. In tal modo, i cittadini potranno esercitare i loro diritti di protezione dei dati in base al regolamento generale sulla protezione dei dati (Gdpr).
Dopo aver sancito formalmente l’accordo, Il regolamento entrerà in vigore il primo luglio con un periodo di introduzione graduale di sei settimane per il rilascio dei certificati per gli Stati membri che necessitano di maggiore tempo.