All’ Unione Europea si riflette sulla possibilità di vietare nelle scuole, almeno fino a 14 anni, l’uso dei cellulari, opzione appoggiata pienamente dal ministro ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, intenzionato a formalizzare ufficialmente, il prossimo 12 maggio, una richiesta di raccomandazione per il divieto di utilizzo nelle scuole dei Paesi dell’Unione europea. Sarà, poi, la Commissione a decidere se fare o meno propria la proposta che verrà eventualmente discussa dagli Stati e approvata dai ministri.
Valdiara ha sottolineato come già altri paesi sono sulla sua stessa linea: “La presidenza polacca ha già sostenuto l’iniziativa e la Svezia ha già manifestato l’intenzione di appoggiare questo invito. È un dibattito aperto. Vogliamo difendere la salute dei ragazzi, gli studi dimostrano l’ impatto fortemente negativo dell’abuso del cellulare sullo sviluppo cognitivo. Al G7 di Trieste lo scorso anno — prosegue il ministro — l’Ocse chiarì che l’uso del cellulare a scopi didattici incide negativamente persino sulle facoltà di apprendimento delle materie scientifiche. Nelle indicazioni nazionali e nelle linee guida sull’educazione civica diciamo che nelle scuole va insegnato un uso corretto di tutti gli strumenti digitali, invitando gli studenti a fare attenzione ai rischi del web e dei social”. Il ministro dell’istruzione non esclude, inoltre, che il divieto potrà essere esteso anche alle scuole superiori.
Tuttavia, la circolare del ministero del luglio scorso stabilisce già che a partire dall’anno scolastico in corso i cellulari sono stati banditi dalle classi delle scuole dell’infanzia fino alle medie, anche per le attività educative e didattiche. Altri dispositivi digitali, quali pc e tablet, possono essere utilizzati per fini didattici, sotto la guida dei docenti.
Il ministro ha, poi, sottolineato che non ci saranno circolari su come e dove custodire tablet e cellulari durante le ore di lezione.
Altro dibattito su cui Valditara si è espresso è quello del registro elettronico. “Il registro elettronico serve per i genitori, per tante cose, ma per i ragazzi – fa notare – il punto di riferimento deve essere secondo me il diario cartaceo. Se i compiti vengono assegnati solo sul registro elettronico, tra l’altro, lo studente è portato a utilizzare il cellulare e quindi il messaggio è contraddittorio, oppure è costretto a chiedere ai genitori i compiti, insomma il disegno esige coerenza”.