Il fercolo è ornato con i garofani rosa, che simboleggiano il martirio. Dopo il transito da piazza Carlo Alberto, nota dai catanesi come “a Fera”, si approda in piazza Stesicoro, all’incrocio con la via Etna. Il giro esterno della festa di Sant’Agata, il 4 febbraio, nonché giorno del martirio, è arrivato al suo momento più clou, quello della Salita dei Cappuccini, che ripercorre, in 3 tappe, i 3 luoghi principali del martirio della Santa Patrona di Catania.
I luoghi del martirio
Forse più di ogni altro momento, la Salita dei Cappuccini è il momento della festa in cui ci si immerge nei luoghi più importanti del culto di Sant’Agata: la chiesa di Sant’Agata alla Fornace, dove subì il martirio dei carboni ardenti, la chiesa di Sant’Agata al Carcere, dove fu imprigionata e dove morì, e la chiesa di Sant’Agata la Vetere, prima Cattedrale della città, dove la giovane martire catanese fu processata e dove avvenne la prima sepoltura. Al suo interno è, infatti, custodito il primo sarcofago della Patrona di Catania, che funge adesso da altare.
Sin dalle prime domeniche agatine, nel mese di gennaio, questi 3 luoghi sono assiduamente visitati dai devoti, dai fedeli e dai numerosi turisti che giungono nel capoluogo etneo per assistere a questa festa, dichiarata patrimonio UNESCO e terza festa religiosa più importante al mondo.
Salita dei Cappuccini: la prima rampa
Dopo lo scarico della cera e l’omelia dell’arcivescovo che, come ogni anno, manda il suo messaggio alla città, è tutto pronto per dare il via alla salita. La prima rampa, con partenza da piazza Stesicoro, all’incrocio con via Etnea, costeggia la chiesa di San Biagio, o di Sant’Agata alla Fornace e il Santuario del Santo Carcere, per concludere la prima rampa. Il tutto svolto a passo veloce e non più a corsa, come accadeva fino al 2004. Quell’anno fu fatale la caduta del devoto Roberto Calì nella Salita di Sangiuliano che gli costò la vita, ragion per cui si decise di porre fine alle corse.
Salita dei Cappuccini: la seconda rampa
Dopo aver, ancora una volta, verificato le condizioni di sicurezza e che tutto sia a posto, il fercolo di Sant’Agata è pronto a percorrere la seconda rampa della Salita dei Cappuccini, forse la più complicata delle 3. I cordoni devono, infatti, percorrere la curva di via Cappuccini che costeggia la chiesa di San Domenico, secondo capolinea di questa rampa. All’incrocio con la via Santa Maddalena, con i cordoni giunti quasi all’inizio della via Androne, pronti a tornare indietro per riposizionarsi davanti al fercolo, avviene la seconda sosta che precede la terza e ultima rampa.
Salita dei Cappuccini: la terza rampa
La terza rampa della Salita dei Cappuccini comprenderà un altro dei tre luoghi del martirio di Agata, la chiesa di Sant’Agata la Vetere. A passo anche in questo caso, il fercolo percorre la via Santa Maddalena per poi sostare dinanzi la vecchia Cattedrale della città. Qui il momento tanto atteso dell’ingresso del fercolo in chiesa, trainato da dei cordoni sostitutivi più corti. A seguire, con la vara che sosta per un’ ora, il tradizionale momento dei Vespri, nonché le preghiere del tramonto nella liturgia cattolica. Negli ultimi due anni, a causa dei ritardi causati dalla rottura di un cordone nel 2023 e dalla folla da record che ha rallentato sensibilmente la processione nel 2024, il fercolo non ha fatto il suo ingresso a La Vetere. Si tratta, dunque, di un appuntamento che manca dal 2020, ultima edizione svoltasi prima degli anni di stop a causa del COVID 19. È, pertanto, difficile pronosticare in quale orario si svolgerà questo momento assai sentito così come tutta la Salita dei Cappuccini.