Catania

Catania, ingaggia killer per fare uccidere il marito: in carcere dopo 20 anni

Arrestata Barbara Bregamo, la donna che nel 2002 grazie alla collaborazione di vari uomini fece uccidere il marito mentre dormiva.

I carabinieri del comando provinciale di Catania, attraverso una delega della Procura, hanno effettuato un ordine di carcerazione verso la 48enne Barbara Bregamo che dovrà scontare una pena di ben 13 anni. Questo perchè la donna è coinvolta nei fatti risalenti nel 2001 e nel 2002, ovvero il tentato omicidio e poi l’assassinio verso Santo Giuffrida all’epoca suo marito. Il delitto è stato commesso da vari complici, poi ricompensati economicamente dalla moglie.

Santo Giuffrida venne aggredito prima da uno sconosciuto armato di coltello, questa persona è stata poi identificata, si trattava di Francesco Giuseppe Indorado. Tuttavia la vittima riuscì a reagire e a far scappare l’uomo, ma nel dicembre del 2002 Santo Giuffrida perse la vita, secondo i sanitari per via di un infarto fulminante. Nel 2017 però grazie alle parole del collaboratore di Giustizia Luciano Cavallaro  che si autoaccusò di quanto accaduto. Quindi, le indagini hanno seguito una nuova strada.

I carabinieri dunque hanno ripreso ad indagare sulle persone coinvolte nei fatti, cercando di comprendere soprattutto il ruolo della Bregamo che ha svolto un ruolo di mediatore. Quest’ultima ingaggiò prima Cavallaro, col quale aveva una storia sentimentale, e Indorato per uccidere il compagno, ma il primo tentativo andò in fumo. Dopo un anno la donna convinse Cavallaro, pagando i suoi fatti malavitosi con una Bmw e con 20mila euro, somma che veniva dal conto della vittima.

Cavallaro dunque durante la notte entrò in casa, la Bregamo aprì la porta e Cavallaro con l’aiuto del cugino Alfio Maugeri e di Antonio Zuccarello  hanno iniettato alla vittima un forte veleno per cavalli mentre dormiva e successivamente l’hanno strangolato. I carabinieri hanno fatto luce su quanto accaduto e durante la conversazione con un suo amico, Antonio Zuccarello preoccupato dal fatto che la verità prima o poi sarebbe venuta fuori, confessò i particolari dell’omicidio confermando di aver prima avvelenato la vittima e poi il soffocamento della stessa.

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Attualmente la donna si trova presso la casa circondariale di Piazza Lanza.