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Giovanni Battista Vaccarini è di certo una figura fondamentale nella storia di Catania: infatti, “Vaccarini” è un nome che non suona mai nuovo nelle orecchie dei catanesi. Eppure, non tutti conoscono la figura al quale esso è legato, o la sua storia e il profondo legame con la città di Catania. Tuttavia, la città etnea è piena di “impronte” che testimoniano l’importante presenza di Giovanni Battista Vaccarini a Catania, soprattutto tra i luoghi simbolo della città etnea. Ecco di chi si trattava e perché si è trattato di una figura rilevante per Catania.
Vaccarini: chi era e perché è celebre
Giovanni Battista Vaccarini fu un noto architetto che visse nella prima metà del XVIII secolo, e fu attivo prevalentemente in Sicilia. Il motivo per cui divenne celebre è indubbiamente legato alla sua professione, anche se non tutti sanno che in gioventù intraprese la carriera ecclesiastica prima di abbandonarla in favore del mestiere che lo portò alla celebrità. Da giovane, trascorse un periodo di formazione artistica e tecnica a Roma, insieme a Carlo Fontana e Luigi Vanvitelli, entrambi noti e talentuosi architetti italiani.
Tuttavia, intorno agli anni ’30 del 1700, Vaccarini rientrò in Sicilia, scegliendo di stabilirsi prevalentemente a Catania, città che in quel periodo stava ancora vivendo la fase della ricostruzione urbana successiva al terribile terremoto del Val di Noto del 1693. Il contributo di Vaccarini a Catania fu legato sia alla costruzione di palazzi, magnifica espressione del barocco siciliano, ma anche a monumenti e persino alla stessa composizione urbana della città. Non a caso, proprio a Vaccarini va il merito di aver portato esempi strabilianti di architettura tardobarocca in Sicilia.
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Le opere di Vaccarini a Catania
Come anticipato, l’operato di Vaccarini a Catania fu vario ed ampio: a partire dalla stessa urbanistica della città, ma soprattutto con la progettazione dei più bei palazzi catanesi, l’eredità artistica lasciata dall’architetto Vaccarini nella città etnea rallegra gli occhi di cittadini e turisti ogni giorno. Esempi delle sue opere sono le progettazioni dei palazzi presenti in Piazza Università. Infatti, sia il Palazzo Centrale dell’Università che il palazzo San Giuliano, situato frontalmente al primo sono opera di Vaccarini, insieme al palazzo Gioeni, sito in piazza Università vicino al palazzo San Giuliano.
E ancora, l’impronta di Vaccarini è presente nella costruzione del palazzo Valle, sito al numero 122 di via Vittorio Emanuele II. Inoltre, il contributo del noto architetto fu fondamentale anche per il restauro della cattedrale di Sant’Agata, e in particolare per la facciata della chiesa simbolo di Catania, così come la collaborazione per il progetto della monumentale San Nicolò l’Arena, compresi il refettorio, e la biblioteca del Monastero dei Benedettini, ma anche per il completamento delle chiese di San Benedetto e San Giuliano in via Crociferi.
Tuttavia, l’opera passata alla storia come capolavoro del Vaccarini a Catania è senza dubbio la chiesa della Badìa di Sant’Agata, situata vicino la Cattedrale catanese, lungo la parte bassa di via Vittorio Emanuele II dopo via Etnea. Infine, Vaccarini è stato anche l’autore di uno dei simboli della città di Catania: infatti, fu proprio lui a realizzare la fontana dell’Elefante di Piazza Duomo, rappresentante il “liotru”, emblema della città etnea, che fu restaurato dall’architetto dopo il terremoto del 1693, aggiungendo gli occhi bianchi e le zanne, oltre al drappo sul dorso con lo stemma di Sant’Agata e all’obelisco in stile egizio, con l’idea di posizionare il monumento al centro della piazza principale di Catania.
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“L’adozione catanese” di Vaccarini
Nonostante la grande attività di Vaccarini a Catania, non tutti sanno che l’architetto non nacque nella città etnea. Infatti, molti tendono a credere che la forte presenza dell’artista a Catania sia legata alla sua origine, ma non è così. Giovanni Battista Vaccarini era siciliano, dato che nacque a Palermo il 3 febbraio del 1702, dunque non era originario di Catania.
Tuttavia, probabilmente in seguito al periodo di forte ricostruzione attivo a Catania dopo il terremoto, il giovane architetto Vaccarini si trovò a lavorare soprattutto nella città etnea, lasciando un’impronta importante sul territorio catanese, visibile a tutti ancora oggi, a secoli di distanza. Chiaramente, Catania non fu l’unica città dove ebbe occasione di lavorare: infatti, è possibile trovare tracce di Vaccarini anche a Palermo, sua città natale, e persino a Milazzo, luogo della sua morte avvenuta nel 1768.
Ma la grande attività dell’architetto palermitano a Catania non fu data per scontata e venne debitamente ripagata. Infatti, la persona di Vaccarini e il suo genio artistico lo resero molto simpatico ai catanesi, al punto che il Senato della città gli conferì la cittadinanza onoraria il 28 novembre 1735. Così, attraverso questo gesto, messo in pratica in seguito ad una delibera all’unanimità, il noto architetto che tanto aveva fatto per Catania divenne formalmente un “figlio” della città etnea, che lo adottò ufficialmente legando definitivamente la sua figura alla storia della città del “liotru”.