La Sicilia e la sua economia sono nettamente in crescita: è questo il risultato finale del report prodotto dalla sede di Palermo della Banca d’Italia. Infatti, dopo un 2020 da dimenticare per il settore economico dell’Isola, dato che si è registrato un calo paragonabile solo alla situazione della Sicilia nel dopoguerra, il 2021 sembra portare buone notizie. Basti pensare che lo scorso anno si è concluso con un calo del PIL pari all’8,4%, mentre la prima parte del 2021 ha già realizzato una crescita di circa il 7%.
I risultati del report autunnale della Banca d’Italia sono quindi definite come positivi da Pietro Raffa, direttore della filiale di Palermo. Infatti, la crescita è avvenuta soprattutto a partire dalla primavera dell’anno in corso e si è registrata in tutti i settori, sia per le industrie che per i servizi.
Secondo i dati, sembrerebbe che tra le imprese siciliane con più di 20 dipendenti analizzate per realizzare il report, la maggioranza ha assistito ad una crescita del proprio fatturato nel corso del 2021. Tuttavia, rimane importante sottolineare che i ricavi finali sono inferiori rispetto a quelli registrati nel 2019, vale a dire prima della pandemia.
In particolare, l’andamento è stato positivo per il settore edile e delle costruzioni e per il turismo. Soprattutto quest’ultimo ha fatto registrare un incremento evidente rispetto allo stesso periodo nel corso del 2020, anno in cui questo settore è stato gravemente danneggiato. Inoltre, è importante sottolineare che i turisti stranieri sono stati in ogni caso in numero inferiore nel periodo estivo di quest’anno rispetto al periodo estivo del 2019. Invece, nel settore delle costruzioni, la crescita è stata registrata sia per l’edilizia pubblica che per quella privata.
Anche per quanto riguarda l’occupazione si registra un dato in crescita. Infatti, il direttore Raffa ha affermato che, anche grazie a misure come blocco dei licenziamenti e sostegni per la cassa integrazione, le attivazioni sono state in generale superiori sia rispetto al 2020 che riguardo il 2019, permettendo un rallentamento delle cessazioni.
Inoltre, è positivo anche il dato relativo al credito, che è stata maggiore nel primo semestre ed ha rallentato verso giugno, anche in seguito ad una diminuzione della domanda. Infine, per quanto riguarda i finanziamenti alle famiglie, si registra un incremento grazie alla ripresa dei consumi e ai mutui per l’acquisto della prima abitazione.