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Sicilia, furbetti del Reddito di Cittadinanza: lo incassano anche all’Estero

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Ritornano i furbetti del reddito di cittadinanza che ne percepivano due tra Italia e estero: in testa la Sicilia, seguita da Campania, Puglia e Sardegna.

L’ultima delle truffe dei furbetti del reddito di cittadinanza ha davvero dell’ingegno. Infatti, in questo caso non si tratta di un reddito percepito in concomitanza con un impiego lavorativo in nero. Il caso è invece quello di persone che ricevevano ben due redditi di cittadinanza, anche se non solo dall’Italia. Infatti, il secondo reddito proveniva di solito da uno stato estero. I protagonisti di questa vicenda sono prevalentemente in Sicilia, ma anche in altre regioni italiane come Campania, Puglia e Sardegna. Mentre gli stati esteri coinvolti erano prevalentemente Belgio, Germania e Olanda.

Il trucco di questa truffa è abbastanza semplice: infatti, basta avere la residenza in entrambi i Paesi, in Italia e all’estero, senza comunicare all’uno e all’altro la presenza della doppia residenza. Infatti, in questo modo i furbetti potevano percepire il reddito di cittadinanza da entrambe le nazioni.

E sembrerebbe che siano diversi ad utilizzare questo stratagemma per campare. Secondo quanto dichiarato da un uomo a Repubblica, “sono tantissimi ad usufruire di questo sistema”, a volte consigliati da parenti e amici che già mettono in pratica questo metodo. Inoltre, magari molti hanno anche degli impieghi in nero come ulteriore fonte di guadagno. E la partecipazione così numerosa a questo metodo non fa che stimolare le persone a seguire “l’esempio”, senza alcun scrupolo.

Tuttavia, il problema principale è rappresentato dal fatto che non ci sono i controlli e sanzioni opportune per interrompere questo processo di truffe e anche questo fattore contribuisce ad incrementare il numero di furbetti che decidono di agire in questo modo. Ed è purtroppo anche per casi come questi che i pregiudizi che screditano la morale degli italiani all’estero crescono sempre di più, nonostante i casi di persone per bene che svolgono il loro lavoro civilmente e legalmente. La spinta necessaria è dunque sui metodi di controllo di questi casi, che contribuiscano ad evitare il dilagare di situazioni simili.