Solitamente, nel corso della serata del 3 febbraio, i catanesi occupano in massa piazza Duomo e via Etnea e, col naso all’insù, aspettano che suoni la “sveglia” per Sant’Agata. I fuochi della “sira o’ tri” rappresentano uno dei momenti più spettacolari della festività e sanciscono l’inizio ufficiale della festa.
Quest’anno, per via dell’emergenza pandemica ancora in atto, le cose andranno diversamente. Nulla, tuttavia, impedisce di scoprire il significato di questa tradizione.
Festa di Sant’Agata 2022 entra nel vivo: gli appuntamenti e cosa si può fare
Festa di Sant’Agata: il significato dei fuochi della sira o’ tri
Tradizione vuole che i fuochi servano a svegliare la Santa Patrona, chiusa nella sua “cammaredda“. Si tratta di un luogo sacro e quasi “impenetrabile”, dalla quale Sant’Agata esce solo in occasione dei festeggiamenti di febbraio e agosto.
Tanto più, quindi, aumenta la necessità che i catanesi suonino la sveglia forte e chiaro. Non sia mai che la Santa non senta il richiamo! Al termine dello spettacolo pirotecnico, che spesso negli anni si è affiancato a uno spettacolo musicale, i devoti rientrano a casa, consapevoli che il giorno seguente li attenderà una lunga giornata.
Il giorno successivo, infatti, è la volta della Messa dell’Aurora, alle sei del mattino, e del giro esterno del fercolo, che viene seguito in processione per le strade della città.