La crisi colpisce sempre piĆ¹ duramente e le sue vittime preferite sarebbero proprio le donne. A testimoniarlo ĆØ lāIstat, secondo cui a dicembre 2020 gli occupati sarebbero diminuiti di 101.000 unitĆ e di queste 99.000 sarebbero donne, mentre appena 2.000 gli uomini.
Nei dodici mesi, il saldo negativo di 444.000 unitĆ Ā sarebbe composto da312.000 donne e 132.000 uomini. IlĀ tasso di disoccupazione sarebbe salito al 9,0%Ā (+0,2 punti) a dicembre. La diminuzione dellāoccupazione (-0,4% rispetto a novembre)Ā coinvolgerebbe oltre alle donne,Ā i dipendenti e autonomiĀ e caratterizza tutte le classi dāetĆ , con lāunica eccezione degliĀ ultracinquantenni,Ā che mostrerebbero una crescita
IĀ lavoratori autonomi sarebbero diminuiti il mese scorso diĀ 79.000 unitĆ Ā (80%), i dipendenti di 23.000 unitĆ , mentre, nell’arco dell’anno, gli indipendenti sarebbero scesi di 209.000 unitĆ . Tra i lavoratori dipendenti a pagare il conto sarebbero solo i lavoratori a termine che scendono di 393.000 unitĆ , a fronte di un aumento di 158.000 unitĆ di quelli permanenti grazie al blocco dei licenziamenti.
Crollo dell’occupazione: il timore dei sindacati
āSe il blocco non verrĆ prorogato – avverte laĀ Cgil –Ā saremo allora di fronte a una vera e propria bomba sociale. Donne, giovani, lavoratori autonomi hanno giĆ pagato un prezzo altissimo, destinato a salire qualora non si mettano in campo strumenti straordinari e innovativi per governare la fase di transizione che verrĆ determinata dallāonda lunga della crisiā.
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āIl calo dell’occupazione – nota laĀ CislĀ – ĆØ ancora una volta concentrato sulleĀ donne e sui giovani, meno tutelati dal divieto di licenziamento in quanto spesso impegnati in lavori a termine; ma colpisce anche il crollo dell’occupazione indipendente. AffinchĆ© tale situazione, giĆ gravemente compromessa, non precipiti sono sempre piĆ¹ urgenti laĀ proroga del divieto di licenziamento e della cassa integrazioneĀ Covid,Ā senza alcunaĀ selettivitĆ , cosƬ come la riproposizione delle indennitĆ , in particolare per lavoratori con co.co.co. e partita Iva iscritti alla Gestione separata. Ma soprattutto occorreĀ superare velocementeĀ lāempasseĀ della crisi di governo”.
āLāeffetto pandemia– commenta anche la Uil- si sta abbattendo con maggior virulenza su giovani e donne, quelli su cui gravano maggiormente contratti instabili; servono politiche attive e recupero del gap occupazionale di genere con investimenti in servizi materiali ed immaterialiā.
Interventi mirati per le piccole imprese, attivati dalle risorse del RecoveryĀ Plan, chiede, ancora, laĀ Confesercenti, in modo da fermare “il collasso dei lavoratoriĀ indipendenti”.
Secondo ilĀ presidente della fondazioneĀ AdaptĀ FrancescoĀ Seghezzi, il 2020Ā lascia in ereditĆ “uno scenario assolutamente drammatico calmierato dal fatto che ĆØ ancora in essere il blocco dei licenziamenti”. E quando questo terminerĆ si potrebbe profilare uno scenario peggiore.
“Ad oggi hanno pagato le fasce di lavoro piĆ¹ deboli, le donne e i giovani con contratti temporanei. Ma non si puĆ² escludere che ci sarĆ un’ulteriore crisi che andrĆ a riguardare le persone che pensavano di essere tutto sommato tutelate: potrĆ essere la nuova faccia della crisi. Bisogna – conclude Seghezzi – pensare ai giovani e alle donne, alla riqualificazione di quanti hanno perso il lavoro in questi mesi. Non si puĆ² congelare la situazione ma occorre prepararsi facendo attivitĆ di formazione”.