Da maggio il settore dei servizi di alloggio ha riaperto gradualmente, facendo i conti con non pochi inghippi burocratici. Il 4 maggio, infatti, gli alberghi hanno potuto riprendere le loro attività. Due settimane dopo è stato il turno di alcune strutture ricettive. Infatti, alcuni B&B, alloggi e case vacanze sono stati esclusi dalla ripartenza del 18 maggio perché il loro codice ATECO non coincideva con quello previsto dal DPCM. Secondo lo stesso decreto, le strutture alberghiere o di alloggio autorizzate alla ripresa delle attività dovevano entrare nel codice 551 ATECO, a discapito di tutti gli altri che rientravano nel codice 55. Tutta la categoria, dunque, si sbloccherà oggi in coincidenza con l’apertura delle frontiere regionali. In questo modo la maggior parte del settore non ha potuto ricominciare secondo le date previste.
A Catania, infatti, molti B&B e strutture simili potranno aprire soltanto oggi. Giulia, giovane imprenditrice e titolare di un B&B, assieme ad altri colleghi che operano nel suo campo, ha dichiarato di essere contraria e delusa da questo ritardo: “Se tutta la categoria che si occupa di alloggi avesse riaperto il 18 maggio, quindi tutte le attività con il con il codice 55, sarebbe stato equo per tutte le strutture. – ha affermato la titolare -. Così, chi si trovava in un’altra regione e voleva tornare a casa, poteva trascorrere i quattordici giorni di quarantena nei B&B e nelle case vacanze. Tutti coloro che operano in questo settore potevamo riprendere a lavorare senza alcuna differenza.”
Tra queste attività si trovano molte realtà “fragili”, che in questo periodo di lockdown non sono state tutelate a dovere. Molti imprenditori hanno dovuto chiudere definitivamente a causa del troppo fatturato da dover pagare, seppur le stanze fossero vuote. “C’è chi ha investito i risparmi di una vita in un progetto lavorativo, c’è chi ha solo quest’unica entrata, c’è anche chi non ha dei locali propri e ha dovuto affittare locali per aprire un B&B – continua Giulia –. Il bonus dei 600 euro non è stato sufficiente, perché comunque abbiamo molto da dichiarare, da pagare anche se siamo stati chiusi, come bollette, contratti e altro. Tra l’altro, non tutti hanno potuto farne domanda, perché come ben si sa al Sud il lavoro in nero spopola e molte strutture non sono registrate. Ma in un momento di necessità come questo si poteva chiudere un occhio”.
Chi aveva già prenotato è stato costretto a disdire e ad essere rimborsato. “Le prenotazioni sono state disdette fino a settembre e ora dobbiamo rimboccarci le mani per salvare il salvabile – ha dichiarato l’imprenditrice –. Abbiamo dovuto rimborsare tutti i clienti che avevano già prenotato, pagato o anticipato un acconto. Molti colleghi hanno preferito adottare la strategia del voucher o buoni vacanza per evitare di rimborsare il cliente con la liquidità e costringendolo così a tornare per usufruire del servizio che aveva pagato”. In questo modo, gli operanti del settore si aspettano già fin da ora poche prenotazioni che non saranno in grado di coprire le spese di gestione.
La preoccupazione non riguarda solo l’imminente stagione estiva, il cui esito è ancora incerto. Molte strutture operano tutto l’anno per la varietà di clienti e instaurano rapporti lavorativi con attività di altri settori. “Ci sono strutture che ospitano non solo turisti, ma anche lavoratori come rappresentati che sono costretti sempre allo spostamento. – ha precisato la giovane titolare – Tra l’altro il B&B cerca di offrire quanti più servizi possibili. Per questo collaboriamo con molte realtà locali, come associazioni che fanno escursioni sull’Etna, agriturismi, trattorie e aziende con altri servizi. Il nostro è un settore che ne traina altri.”
Le regole della riaperture non sono ancora chiare e ben definite. Come gran parte dei settori, anche il settore dell’alloggio si mantiene su regole generali, divulgate in TV o nei quotidiani e questo genera confusione. “Come al solito siamo alle prese tra leggi scritte e non scritte. – ha detto Giulia – In questi casi si va a interpretazioni. Tra noi imprenditori del settore stiamo studiando quali siano le soluzioni adatte per mantenere igiene e distanza. In particolar modo, per quanto riguarda la colazione nessuno ci ha detto come devono essere disposti i tavoli e il cibo. Metteremo i tavoli distanziati con le stesse misure dei bar, non potremo più fare il buffet e ogni cliente dovrà comunicarci la sera le sue preferenze per la colazione. Noi numereremo i tavoli, li distanzieremo creando delle corsie con i nastri segnaletici, in modo da mantenere le distanze. Ovviamente non mancheranno igienizzanti, guanti e mascherine”.
A tal proposito, trova terreno fertile anche la polemica dei condizionatori, alimentata da molti notiziari. “Diremo ai clienti di lasciare finestre e porte esterne aperte per favorire il ricircolo d’aria – risponde la proprietaria del B&B –. Per quanto riguarda la questione dei condizionatori, non se n’è venuti ancora a capo e il caldo è arrivato. Si discute sul fatto di tenerli accesi o spenti. Accade che se il condizionatore si accende, nei filtri interni dopo lo spegnimento si crea un deposito di tutto ciò che raccoglie nell’ambiente. Si è detto che il virus potrebbe legarsi facilmente a questo materiale e quindi i condizionatori andrebbero revisionati più volte da un tecnico esperto per pulire i filtri. Ciò comporta ulteriori costi per l’attività”.
Tornando al turismo di questa stagione, la giovane imprenditrice sembra essere sfiduciata, nonostante il bonus vacanze, che prevede uno sconto fino a 500 euro per nucleo familiare. Così Giulia conclude l’intervista ai nostri microfoni con un pensiero personale: “Saranno pochi i fortunati che potranno andare in vacanza. La maggior parte dei commercianti, ad esempio, resterà aperto per recuperare le perdite economiche”.