Il nome di Roccascala sarebbe apparso per la prima volta alla fine degli anni Sessanta, quando Mondadori pubblicò un libro intitolato “Guida insolita all’Italia leggendaria, misteriosa, fantastica”. Nella guida si faceva menzione di un antico castello, nel quale, nelle notti tenebrose, risuonerebbe una triste e tetra ninna nanna. Nulla d’insolito, si potrebbe pensare all’ennesima leggenda misteriosa e intrigante, che aleggia su un luogo antico e plasmato nel tempo dall’immaginazione popolare.
Il vero mistero, tuttavia, sarebbe dato dal fatto che, non soltanto non esisterebbe alcuna fortezza a Roccascala, ma non vi sarebbe in provincia di Catania neanche una località con tale nome.
La leggenda di Roccascala: la ninna nanna maledetta
Come riportato sulla propria pagina Facebook da “Ludum”, museo della scienza di Catania, a Roccascascala esisterebbe un raccapricciante castello abbandonato, da cui nelle notti più silenziose si sentirebbe risuonare un triste canto più simile a un disperato lamento.
Leggenda narra che in una delle sale del maniero una contessa cullasse amorevolmente la propria bambina, facendola addormentare grazie a una melodiosa ninna nanna. La culla dell’infante pare fosse sospesa e legata al tetto da alcune funi che, in una terribile sera, si spezzarono, facendo precipitare la bimba fuori dalla finestra. La finestra, sfortunatamente, si affacciava sopra a un profondo precipizio e per la bambina non ci fu speranza.
La contessa, non volendo sopravvivere alla propria figlioletta, si gettò immediatamente giù nel baratro, perdendo la vita insieme alla sua creatura. Da quell’orribile notte, si racconta che la donna culli ancora la figlia, intonando la sua dolce melodia. La ninna nanna, tuttavia, avrebbe più il suono di una litania dolorosa che di un’allegra nenia, immortalando per sempre la disperazione della sfortunata madre.
Roccascala: il luogo che non esiste
Il vero enigma, tuttavia, non sarebbe legato alla veridicità o meno della leggenda, quanto piuttosto all’esistenza in provincia di Catania di una località con tale nome. Difatti, tra i comuni e le frazioni etnee non apparirebbe in alcun registro quello di Roccascala. Resta il dubbio, pertanto, su quali fossero le fonti della guida Mondadori, ormai praticamente introvabile e fuori edizione da anni. Cosa spinse gli autori a collocare in Sicilia, e più precisamente a Catania, un luogo che non è presente in alcuna mappa del luogo? Si trattò di un errore di collocamento della leggenda? O effettivamente esisteva in passato una Roccascala nella provincia etnea?
Il nome di Rocca Scala (scritto separatamente) sembrerebbe essere riaffiorato di recente in alcuni documenti della Regione Siciliana. I moduli riguardavano i lavori di ripristino del sentiero “Forza D’Agrò – Rocca Scala – Monte Recavallo”, finanziato per un valore di 215 mila e 963 euro. Ci troviamo, però, in provincia di Messina, e non a Catania, e ci si riferirebbe alla strada che 150 anni fa permetteva di raggiungere il monte omonimo, vicino al paese di Forza d’Agrò.
Roccascala in Abruzzo?
Più probabilmente l’insolito mito potrebbe riferirsi al castello di Roccascalegna, in Abruzzo. Qui si narra come una povera donna avrebbe subito una sorte infausta, analoga a quella della contessa della leggenda.
Si sarebbe trattato della moglie del custode di un palmento, che dopo aver perso la figlia appena nata in circostanze molto simili a quelle del mito, si sarebbe poi suicidata. La donna, infatti, si sarebbe gettata in un dirupo, dando prima fuoco al palmento.