Attualità

Dal digitale all’ambiente: i settori in cui ci sarà lavoro nei prossimi 5 anni

L'ultimo Report Excelsior di Unioncamere e Anpal oltre 6 posti di lavoro su 10 saranno ad appannaggio di laureati e diplomati. Il 35% per profili altamente specializzati.

Secondo l’ultimo Report Excelsior di Unioncamere e Anpal, nella fascia temporale che spazia dal 2019 al 2023, le offerte di lavoro saranno rivolte per il 62% a laureati e diplomati (54% nel settore privato, 98% in quello pubblico) e per il 35% a specialisti, principalmente per i ruoli tecnici che richiedono competenze mirate.

Tuttavia, non si tratta di veri e propri posti di lavoro in aggiunta a quelli pre-esistenti e ancora in svolgimento: il fenomeno che si verificherà, stimato per la notevole percentuale dell’80% delle assunzioni, è quello del turnover, ossia sostituzione di persone che usciranno dal mondo del lavoro.

Le lauree che garantiscono maggiori opportunità sono quelle relative all’area sanitaria (con una richiesta tra 171mila e 176mila unità), economica (tra 152mila a 162mila unità) e ingegneristica (domanda compresa tra 127mila e 136mila lavoratori).

Ottime prospettive anche per i neo-diplomati più che si occupano di amministrazione, finanza e marketing (con un fabbisogno che potrà variare tra 279mila e 302mila unità) e quelli che hanno seguito un percorso scolastico nel settore industria e artigianato (qui la domanda complessiva oscillerà tra 211mila e 235mila unità). Gli ambiti oggetto di maggiore interesse sono quelli relativi indirizzi meccanica, meccatronica ed energia.

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Per tutti gli altri laureti o diplomati le cui discipline di compensa non rientrano in quelle appena menzionate, si creeranno opportunità lavorative legate ad ambiti professionali trasversali che richiederanno, principalmente, ente, una buona dose di cultura generale. Ovviamente i più avvantaggiati saranno coloro che riusciranno a leggere verso quale direzione si orientano l’industria e l’azienda tecnologica: potrebbero, infatti, sfruttare la “Digital Transformation”, ad esempio, che porterà le imprese a doversi dotare di 275mila-325mila lavoratori con specifiche competenze matematiche e informatiche, digitali e social o relative agli sviluppi nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale o dei big data e delle tecnologie 4.0.

È opportuno menzionare anche un dato di rilevanza fondamentale per la filiera “Ecosostenibilità” nella quale ci sarà bisogno di 519mila-607mila lavoratori per cogliere al meglio le opportunità offerte dalla diffusione di processi produttivi rispettosi dell’ambiente, volti ad ottimizzare o ridurre l’utilizzo di materie prime. Anche i settori “Salute e Benessere”, “Education e cultura”, “Meccatronica e Robotica” sembrano propensi a dare il loro contributo al mercato del lavoro.