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Sì a telecamere nascoste sul posto di lavoro: lo dice la Corte di Strasburgo

Le telecamere nascoste potranno essere installate qualora il titolare abbia fondati sospetti nei confronti dei suoi dipendenti.

Quando ci siano fondati sospetti che i dipendenti rubino al datore di lavoro, quest’ultimo potrà installare delle telecamere nascoste senza avvertire i lavoratori. Lo ha stabilito la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo al termine di un caso iniziato nel 2009, quando il titolare di un supermercato spagnolo aveva scoperto proprio grazie alle telecamere di sorveglianza che i suoi dipendenti sottraevano merci dalla sua attività.

I dipendenti erano stati filmati ma, scoprendolo, avevano accusato il datore di lavoro di aver violato la loro privacy, ricorrendo per vie legali contro il manager che li aveva sorpresi a rubare prodotti dal magazzino. I tribunali spagnoli gli danno torto e questi decidono di ricorrere allora alla Grande Camera della Corte di Strasburgo che oggi ha ribaltato il giudizio emesso in primo grado lo scorso anno.

Nella sentenza, i giudici di Strasburgo affermano che, in considerazione delle circostanze del caso, non c’è stata nessuna violazione dei diritti dei lavoratori. L’istallazione delle telecamere era infatti giustificata dai fondati sospetti che nutriva il manager, nonché dalle perdite subite, pari a 82mila euro nei mesi precedenti l’installazione. Inoltre, nella sentenza si sottolinea che la video sorveglianza è durata per un arco temporale relativamente breve e che le telecamere erano puntate su un punto specifico “nella zona aperta al pubblico”, aggiungendo anche che i filmati sono stati visti da un ristretto numero di persone e per uno scopo ben determinato.