Presentati a Bruxelles i risultati raggiunti da Erasmus+ nel primo anno del programma: quello che emerge dai numeri è la straordinaria performance dell’Italia, che è fra i Paesi che hanno maggiormente beneficiato dei finanziamenti europei.
Le borse di mobilità per studenti, tirocinanti, insegnanti, volontari e altri giovani hanno permesso a quasi 58 mila italiani di partire (650 mila in Europa), con un impegno finanziario di 92.80 milioni di euro. In questo ambito l’Italia è seconda solo alla Turchia per numero di candidature presentate.
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Il settore universitario ha beneficiato di oltre 53 milioni di euro, impiegati per sostenere le mobilità di oltre 34 mila studenti, professori e staff, a seguire la formazione professionale (25 milioni), la mobilità per i giovani (quasi 10 milioni), la formazione per il personale della scuola (3.6 milioni) e per il personale impegnato nell’educazione degli adulti.
Le prime 5 università italiane per studenti in uscita sono:
- l’Alma Mater Studiorum Università di Bologna
- l’Università degli Studi di Padova
- la Sapienza Università di Roma
- l’Università degli Studi di Torino
- la Statale di Milano
Le destinazioni più scelte dagli studenti italiani sono Spagna, Francia, Germania, Regno Unito, Portogallo.
Gli atenei italiani che accolgono più studenti dall’estero sono l’Alma Mater Studiorum Università di Bologna, la Sapienza Università di Roma, l’Università degli Studi di Firenze, il Politecnico di Milano e l’Università degli Studi di Padova. Gli universitari arrivano soprattutto da Spagna, Francia, Germania, Turchia e Polonia.
Sul fronte della cooperazione in progetti, ovvero quelle attività di collaborazione in partnership internazionali fra scuole, università, organizzazioni di giovani, enti pubblici e imprese, l’Italia ha realizzato 118 progetti con il coinvolgimento di 791 organizzazioni. Nel complesso, il budget destinato a questo tipo di attività è stato di oltre 30 milioni di euro.
Il programma Erasmus+ rafforzato sta inoltre garantendo un maggiore sostegno ai beneficiari, come testimonia il miglioramento del riconoscimento degli studi svolti all’estero dopo il ritorno nel paese di origine. Si sta inoltre migliorando l’integrazione della mobilità degli insegnanti e del personale in strategie di sviluppo professionale sostenute dai rispettivi istituti.
Sul fronte dei tirocini, ad esempio, il 51% degli italiani ha ricevuto un’offerta di lavoro dall’impresa europea in cui veniva svolto il traineeship (media europea 30%). L’esperienza di mobilità ha avuto un’influenza positiva anche sullo spirito di imprenditorialità: in Italia il 32% degli studenti con esperienza di tirocinio Erasmus è intenzionata ad avviare una start-up e il 9% l’ha già realizzata.
I laureati che sono partiti in Erasmus hanno una maggiore mobilità lavorativa: il 93% è disposto a trasferirsi all’estero per lavoro e sono maggiormente disposti a cambiare datore di lavoro rispetto a chi non ha realizzato una mobilità Erasmus. Erasmus influenza anche le relazioni personali, l’87% degli italiani che hanno avuto un’esperienza Erasmus dimostra una maggiore “attitudine europea” (media europea 80%) e il 37% ha un rapporto affettivo stabile con un persona non italiana.