Udite udite! In un paese il cui andazzo sembra essere quello di eclissare, spazzare via (come se fossero fastidiosi acheri di polvere!!) quelle poche cose buone che tuttora (faticosamente) resistono, in nome di tagli per combattere la crisi, per “stringere la cinghia”,ancora una volta a piangerne le conseguenze sono la ricerca, la formazione e la cultura, insomma proprio quelle risorse, quei pilastri portati che andrebbero sostenuti, potenziati e supportati. Non stiamo dicendo nulla di nuovo: la questione è sulla bocca di tutti. Il vero problema è che nonostante il malcontento generale restano purtroppo in poche le voci fuori dal coro che alzano il tono, che urlano per farsi sentire e per dire STOP a tutto questo. Emblematico esempio che si aggiunge alla “triste” lista di tagli alla ricerca è quello dell’ Opac Sbn, parola anonima per qualcuno, piuttosto nota ai ricercatori, agli specialisti, agli addetti ai lavori o a qualunque universitario che si sia ingarbugliato nelle labirintiche trame di ricerca bibliografica per preparare la propria tesi. L’Opac Sbn è il Catalogo nazionale on line delle Biblioteche italiane,a cui aderiscono oltre 5 mila biblioteche. E’ uno strumento che permette di consultare qualsiasi testo, fonte bibliografica o libro introvabile, senza spulciare in polverose biblioteche e senza muoversi da casa. Il suo sito ha più di 2 milioni e mezzo di visitatori annuali: studiosi, ricercatori o semplici curiosi lettori in cerca di qualche briciolina di sana e buona cultura. Mica numeretti (2 milioni e mezzo di consultazioni!), a quanto pare insufficienti per evitarne la chiusura. La causa?Mancanza di fondi. “I tagli indiscriminati hanno causato, infatti, un forte ridimensionamento del personale dell’Iccu, l’Istituto centrale per il Catalogo Unico che gestisce il servizio”. Paradossalmente il servizio, ideato e realizzato in Italia, ha “fatto il giro del mondo”, è diventato popolare e particolarmente apprezzato, viene considerato un “sistema all’avanguardia”. E’ proprio sulla scia dell’Opac Sbn che sono stati potenziati, rivalutati sistemi simili in Europa e in America, dove, per esempio, sempre più biblioteche mettono a disposizione degli utenti dei veri e propri archivi digitali con migliaia di libri – liberi dal diritto d’autore – consultabili via web.
Nel belpaese, visto che ci piace fare le cose “perbene”, ci orientiamo invece nella direzione opposta. In questo modo, saranno i numerosissimi input che riceviamo ogni giorno, assistendo ai divertenti teatrini che sentiamo al telegiornale o leggiamo nei giornali, a insegnarci qualcosa. In questo modo, siamo certi che masticheremo grandi bocconi di cultura, succulente portate di conoscenza, buona informazione, di erudizione e saperi d’altri tempi che, ahimè, rischiano di essere dimenticati.