Recentemente si è parlato molto del riscatto degli anni di laurea ai fini pensionistici: gli anni spesi nello studio all’università saranno dunque trattati come anni contributivi e si potranno calcolare come anni lavorativi per andare in pensione prima.
Il sottosegretario all’economia Pier Paolo Baretta ha proposto di rendere tale riscatto gratuito per tutti i nati dal 1980 al 2000, spiegando che questa legge non può essere resa retroattiva in quanto avrebbe un costo troppo elevato. La legge ancora non è stata resa ufficiale, ma pochi sanno che il riscatto della laurea ai fini pensionistici esiste già dal 2008 ed è possibile farlo anche a basso costo, attendendosi a determinate condizioni: bisogna iniziare a pensarci già dopo la laurea e prima di trovare un lavoro, facendo domanda all’inps; poiché il neolaureato non ha ancora uno stipendio, l’inps si affianca al reddito minimale fissato a 15.548 sull’Isee famigliare e il costo del riscatto potrà essere versato in 120 rate mensili. I contributi versati potranno essere scaricati dalle tasse della dichiarazione dei redditi nella misura del 19%.
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Certamente molti inizieranno a pensare al riscatto degli anni di studio per la pensione, in un periodo in cui è sempre più difficile trovare lavoro e in cui è incerto perfino il pensionamento. Il riscatto gratuito, tuttavia, resta ancora soltanto una proposta sebbene molto allettante.