Il racconto, con galleria fotografica in allegato, dell’unica data siciliana dell’ “Inumani Tour 2016”.
Spettacolare. Questo è il termine che meglio si presta a descrivere il live dei Tre Allegri Ragazzi Morti andato in scena l’8 luglio presso il Monastero dei Benedettini. Quella di Catania è una delle date dell’Inumani Tour 2016, viaggio cominciato il marzo scorso e con il quale i TARM stanno girando in lungo e in largo il nostro Paese.
Passate le 22 Davide Toffolo, Enrico Molteni e Luca Masseroni, coadiuvati dal quarto allegro ragazzo morto Andrea Maglia e dalla bella novità di Monique “Honeybird” Mizrahi (brillante sarà la performance dell’artista americana) salgono sul palco e dopo un rapido saluto cominciano immediatamente a suonare. Il live inizia con la delicatezza del charango di Honeybird che accompagna Eltofo (rigorosamente in pelliccia) nel primo brano della serata che è Come mi guardi tu. A dire la verità, il concerto era iniziato già da prima. Ad accogliere il pubblico erano stati i “Gattini di Salem”, band nissena dotata di un sound molto curato ed una discreta capacità di coinvolgimento (in bocca al lupo ragazzi).
I Tre Allegri Ragazzi Morti inanellano un pezzo dopo l’altro e la loro performance, tra brani dell’ultimo disco (Persi nel telefono, In questa grande città, Libera), qualche cover (un pezzo degli Smith e Vivere fuggendo dei Pan del Diavolo) e successi senza tempo (Occhi bassi, Alle anime perse), è da applausi.
Discorso a parte per “Il mondo prima” dove più che nel cortile di un monastero sembra di essere allo stadio: il Toffolo potrebbe tranquillamente mettersi da parte dato che la voce della folla entusiasta la fa da padrone (sì, abbiamo urlato tanto da farci mancare l’aria a fine pezzo).
Sulle note di questa canzone i TARM abbandonano il palco, ma il pubblico inveisce gridando “Vaffanculo”. Tranquilli tutto sotto controllo, è consuetudine ad un loro concerto! Torna il frontman della band (fumettista ideatore di tutta l’iconografia riguardante il gruppo) e da quel momento in poi hanno inizio i tradizionali (ed affettuosi) vaffanculo ad indirizzo di ogni singolo componente della band: una sorta di presentazione speciale nella quale è ripetuta più e più volte la frase “La vita è cattiva, ma non l’ho inventata io! Il concerto è finito. Aje”. All’ennesimo insulto, Toffolo annuncia che i Ragazzi Morti avrebbero continuato a suonare. Sale Honeybird sul palco che canta un pezzo in siciliano come tributo alla città etnea finito il quale la band si riappropria del palco e scatena definitivamente la folla: Ogni adolescenza, Di che cosa parla veramente una canzone e dulcis in fundo La mia vita senza te. Sembra tutto finito quando Eltofo, pensando anche al fatto che i TARM non si esibiscono spesso a Catania, annuncia che la band suonerà ancora altri pezzi. Tante canzoni storiche, quelle che il pubblico ama e che portano ad un gran pogo che si fermerà con l’ultima (stavolta davvero) canzone: Ad un passo dalla Luna. Standing ovation per i Tre Allegri Ragazzi Morti, che ringraziano i presenti e augurano a tutti di concludere la già bella serata facendo l’amore.
Si torna a casa, con lo spirito leggero, di quelli che non hai se non quando sei adolescente: merito manco a dirlo di questo grandioso gruppo. Inutile ribadire come i TARM siano tra i principali esponenti della musica alternativa e indipendente italiana e di come riescano a coinvolgere attivamente il pubblico. La loro peculiarità, a mio modo di vedere, sta nel riuscire a farsi amare dalle nuove generazioni facendo cantare sotto il palco ragazzi che quando uscì il loro primo lavoro non erano nemmeno nati, forse. Il tutto in aggiunta ad un’alchimia musicale e scenica senza eguali.
Insomma, un vero e proprio spettacolo che auguro a tutti di vedere (e sentire) almeno una volta nella vita: fidatevi, ne vale la pena!