Sono già passati due anni dall’assegnazione del ruolo di Ministro dell’Istruzione e dell’Università a Stefania Giannini, ma il malcontento sembra aumentare sempre più.
Si tratta di un malessere generale, ereditato tra le altre cose anche dal governo precedente, che ha condotto alla promozione di una petizione per richiedere le dimissioni della Giannini.
I dati a cui l’Italia si trova a far fronte sono chiari come si legge nella petizione “l’Italia infatti figura oggi ultima dei Paesi OCSE per i fondi destinati all’Università e alla ricerca con un misero 1% del PIL; l’onere per l’accesso all’istruzione universitaria italiana è reso pesantissimo per le famiglie dallo smantellamento del diritto allo studio, se è vero che solo il 7% degli studenti italiani riceve una borsa di studio a fronte del 27% della Francia e del 30% della Germania, mentre le tasse universitarie sono cresciute del 51%. Negli ultimi anni più del 93% delle giovani leve della ricerca è stato espulso dal sistema universitario, mentre è drammatico il generale calo delle immatricolazioni (meno 70.000 iscritti in tre anni). Il rapporto docenti/studenti è il peggiore d’Europa e la docenza è la più anziana e la peggio pagata se messa in rapporto coi principali paesi OCSE”.
Si tratta di cause che rispecchiano la drammatica situazione in cui versa il campo dell’istruzione e della cultura italiana e la petizione promossa dalla Rete29aprile, destinata a tutti coloro che appartengono al mondo della scuola, dell’università, della cultura e della società civile, per questo motivo richiede le dimissioni immediate della Giannini, al fine di ristabilire un contesto completamente nuovo all’interno delle scuole, del mondo accademico e, soprattutto, in grado di rispondere alle richieste degli studenti e delle famiglie.
Le accuse che si leggono nella petizione sono “totale assenza di azione della Ministra” a causa delle sue “incapacità gestionali e progettuali”. A queste si aggiungono anche altri punti che mirano a delineare un quadro completo del suo operato, talvolta aleatorio, che si possono leggere nella pagina della petizione in cui è possibile lasciare la propria firma per partecipare attivamente a tale iniziativa.