“Loro vivono della nostra paura, sperano che attraverso le loro azioni possono ridurci tutti al silenzio, farci piegare e rintanare nella paura. Ma ciò che in molti dimenticano, compresi loro, è che ci sono molte più persone nel mondo contro di loro che con loro. E questo è l’obiettivo di questa rivolta di massa: l’11 dicembre mostreremo all’Is che non abbiamo paura, non ci nasconderemo. Noi siamo la maggioranza e in forza del nostro numero faremo una reale differenza”.
Questa è una parte del messaggio rilasciato da Anonymous che, ancora una volta, ha deciso di attaccare virtualmente lo Stato Islamico. Per questo motivo, l’11 dicembre è stato ribattezzato dal noto gruppo di hacktivisti come “Is Trolling Day”. In inglese il verbo “to troll” vuol dire “provocare, prendere in giro” e l’obiettivo di Anonymous è esattamente questo: attraverso l’istituzione di questa giornata, che si preoccupa di reclutare non tanto altri hacker quanto piuttosto tutto il popolo di Internet, il gruppo intende diffondere il messaggio che il Mondo non ha paura dello Stato Islamico.
Dalla sua ascesa l’Isis, con il suo personale gruppo di addetti stampa, ha utilizzato le nuove tecnologie e i social network come principale mezzo di comunicazione ed informazione, rendendo le proprie barbarie vere e proprie notizie andate in onda in tempo reale. Proprio per questo, Anonymous vuole ritorcere contro lo Stato Islamico la sua stessa arma, mostrando loro che il mondo dei social non serve solo a scopi propagandistici o a reclutare combattenti.
Di conseguenza, Anonymous invita gli utenti di tutti i social network a condividere foto, video e hashtag come #Daesh e #Daeshbags che mostrino alla parte social dell’autoproclamatosi Stato Islamico che, benché loro si nutrano della nostra paura, non avranno di che saziarsi. Anche nel cosiddetto “mondo reale” Anonymous vorrebbe che si realizzassero delle iniziative: infatti, si invitano le persone a diffondere volantini che mostrino che l’Isis e l’Islam non sono assolutamente la stessa cosa, distruggendo così anche le loro possibilità di incutere razzismo e terrore nei confronti dei musulmani, già da tempo vessati per colpe non commesse.
Un nuovo scontro sta quindi per invadere il mondo della rete, ma questa volta tutti possono essere protagonisti. Che tutto questo possa servire a sconfiggere in parte la paura che ormai da tempo si sta guadagnando un posto sempre più di prestigio nella maggior parte della popolazione.