Uno dei passaggi forse piรน illuminanti del romanzo giallo intitolato A ciascuno il suoย dello scrittore e giornalista Leonardo Sciascia, recita: “Ma il fatto รจ, mio caro amico, che lโItalia รจ un cosรฌ felice paese che quando si cominciano a combattere le mafie vernacole vuol dire che giร se ne รจ stabilita una in lingua”.
Il senso dellโaggettivo โilluminanteโ attribuito a questa frase, nel romanzo pronunciata dal personaggio di don Benito, รจ letterale: questโaffermazione punta un faro sulla straordinaria capacitร evolutiva del fenomeno mafioso, di fronte alla quale il popolo siciliano copre storicamente occhi, bocca ed orecchie; gesti che oscillano tra una punta estrema, la paura, percorrendo lโabitudine, e toccando infine lโaltra estremitร ossia la compiacenza.
Cโรจ perรฒ uno specifico progetto che, negli anni, non ha mai smesso di ronzare in testa sia alla politica che alle mafie, โvernacoleโ o in โlinguaโ (per dirla alla Sciascia) ed รจ quello riguardante il Ponte sullo Stretto.
Gli inizi della tragicomica storia di questa non-opera italiana sono rintracciabili decisamente in lร con gli anni, arrivando addirittura al III secolo a.C. A essere interessanti sono perรฒ alcuni โmovimentiโ topici avvenuti allโincirca negli ultimi quarant’anni della Repubblica, attuati da nomi e simboli che potrebbero facilmente saltare allโocchio e alla memoria dei lettori.
Prime idee, prime ipotesi
31 marzo 1870: lโingegnere genovese Carlo Navone presenta una tesi riguardante lโidea di un attraversamento sottomarino dello Stretto di Messina, una dissertazione per cui la Commissione esaminatrice della Regia Scuola di Applicazione per gli Ingegneri di Torino premia Navone col massimo dei voti. Il progetto dellโingegnere prevede complessivamente 31 km di tunnel, da Annunziata (Messina) fino a Cannitello (Reggio Calabria), allโinterno del quale il trasporto ferroviario avrebbe potuto lavorare a pieno regime.
Nella propria tesi di laurea, Navone ipotizza che le spese totali del progetto dovessero ammontare a circa 37.620.000 lire. La fonte รจ โAnalisi Costi โ Benefici per la valutazione dei (grandi) progetti di investimento pubblicoโ, di Clara Bruzzi del Politecnico di Torino.
Anni ’80 e ’90: il Ponte nella Prima Repubblica
Dopo un secolo di alternanza tra idee e vuoto, lโ11 giugno 1981 pare una data pronta a segnare una svolta decisiva sulla realizzazione del progetto: viene istituita la โStretto di Messina S.p.A.โ, societร nata da una costola del Gruppo ANAS.
Qualche anno dopo, precisamente nel 1985, un Bettino Craxi allโapice della sua potenza politica, con la quale guida il governo di coalizione con partiti come PSI e Democrazia Cristiana, approva la realizzazione del Ponte sullo Stretto a patto di una rapida realizzazione. Si opta per la realizzazione di un ponte aereo a campata unica, col benestare del presidente IRI (Istituto per la Ricostruzione Industriale) dellโepoca, Romano Prodi. Lโistituto partecipava per il 3% alla societร che avrebbe costruito lโopera e, secondo Prodi, il Ponte sarebbe stato completamente agibile dieci anni piรน tardi.
Nel 1992 viene presentato il โProgetto Preliminare Definitivoโ ma lo scandalo di Tangentopoli colpisce duramente lo scenario politico italiano, e in particolar modo lo stesso Craxi. Lโeuforia sul Ponte tra le due regioni si fa perciรฒ decisamente quieta.
Il Ponte di Ministri e Presidenti
Nei primi due anni del nuovo millennio รจ un giovane Silvio Berlusconi a guidare il governo del Paese. Pietro Lunardi, al Ministero delle Infrastrutture, nel 2001 viene ampiamente contestato per una frase rifilata in riferimento alle infiltrazioni di mafia e camorra nel contesto di opere strategiche per il Sud: in quellโoccasione, Lunardi si fa sfuggire โci sono sempre state e sempre ci saranno. Dovremo convivere con questa realtร โ.
Il Presidente della Regione Siciliana, Salvatore Cuffaro (detto Totรฒ), si allinea a Berlusconi e spinge per la costruzione dellโopera.
Fine della corsa per Stretto di Messina S.p.A.: Mario Monti, presidente del Consiglio dei Ministri fino al 28 aprile 2013, mette la societร in liquidazione.
In pieno governo Renzi, Pietro Ciucci โ presidente e direttore generale di ANAS tra il 2006 ed il 2015 โ รจ imputato, insieme ad altri dirigenti, per il crollo del viadotto Scorciavacche lungo la strada statale Palermo-Agrigento. Secondo gli atti del processo, il ponte, inaugurato prima di Natale 2014 e venuto giรน il 30 dicembre dello stesso anno, non era stato affatto collaudato prima dellโapertura allโutenza. Il processo va successivamente in prescrizione.
Lo stesso Ciucci viene ascoltato nel processo riguardante il crollo del Ponte Morandi, avvenuto il 14 agosto del 2018: in questa occasione, lโex presidente ANAS risponde โsul Ponte non cโera alcun rischioโ.
Sempre Pietro Ciucci diventa novello amministratore delegato della Stretto di Messina S.p.A., unโelezione voluta nel 2023 da Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti nellโattuale governo Meloni. Dโaltronde Salvini non sembra voler nascondere troppo il proprio obiettivo: riavviare, far pulsare nuovamente il cuore della societร Stretto di Messina.
Impregilo, ‘Ndrangheta e Cosa Nostra
Nel 2005, il terzo governo Berlusconi vede il consorzio Eurolink (guidato da Impregilo S.p.A., societร controllata da Pietro Salini) vincere la gara dโappalto come contraente per la costruzione del Ponte.
Il 26 ottobre 2016, due fedelissimi di Salini, definiti โuomini del Ponteโ, vengono messi agli arresti in seno ad unโoperazione sulle Grandi Opere: si tratta di Michele Longo ed Ettore Pagani. La maxi-inchiesta vede Longo e Pagani indagati per corruzione, turbativa dโasta e concussione. Un terzo โpartnerโ, lโimprenditore calabrese Domenico Gallo, pare essere in buoni rapporti con alcuni esponenti della โndrangheta calabrese, come la cosca dei Barbaro di Platรฌ, una delle โndrine piรน potenti ed influenti nel giro nazionale degli appalti.
Nello stesso periodo, a fronte di unโindagine sui lavori dellโAlta Velocitร Milano-Genova, Giuseppe Lunardi (figlio dellโex ministro alle Infrastrutture) viene indagato a piede libero per corruzione. La sua societร prometteva utilitร e servizi a societร riconducibili allโimprenditore Domenico Gallo.
A metร maggio del 2020, la denominazione โSalini Impregiloโ smette di esistere: prende il suo posto โWebuildโ.
Giร nel febbraio 2019, lโex affiliato al clan Santapaola-Ercolano e poi collaboratore di giustizia, Angelo Mascali, viene sentito come testimone al โprocesso Betaโ. Mascali, interrogato dai procuratori, afferma che in una palestra del quartiere Picanello di Catania si era tenuta una riunione tra vari esponenti di Cosa Nostra della Sicilia orientale, per โmettersi dโaccordo sul fare il Ponteโ, gestendo appalti e subappalti. Secondo le dichiarazioni del collaboratore di giustizia, si sarebbe interessato ed occupato del tutto Giuseppe Mirenna, di origini paternesi, definito come il โMinistro dei lavori pubblici di Cosa Nostraโ.
A quale costo?
Al di lร di questi โmovimentiโ dubbi, ricostruiti negli anni grazie ai certosini lavori di professionisti sui fronti di giustizia e giornalismo, il Ponte sullo Stretto si รจ certamente conquistato il titolo di emblema delle opere italiane rimaste incompiute; unโottima consolazione per Sicilia e Calabria, perรฒ, dato che a fine 2021 lโAnagrafe delle Opere Incompiute ne contava un totale di 379.
Ma se le opere pubbliche, nate e rimaste impantanate, hanno un valore economico di quasi 2 miliardi di euro, quanto รจ giร costato invece rincorrere un fantasma?