Un artista consacrato nel tempo, un’esplosione di colori e ottimismo che sottolineano la bellezza dell’amore e la gioia di vivere: sono questi i temi della mostra del grande maestro Marc Chagall, Love and Life.
Dal 18 ottobre al 14 febbraio, al Castello Ursino di Catania, dalla collezione dell’Israel Museum di Gerusalemme giunge per la prima volta a Catania, per ammirare da vicino le emozioni brillanti di Chagall.
I lavori esposti saranno 140, il cui linguaggio è così universale da essere amato da tutti e da tutti conosciuto e riconosciuto. Un artista che è riuscito a trovare il senso della vita nell’amore, nella gioia e nel carpe diem, nonostante guerre, catastrofi, rivoluzioni politiche e tecnologiche siano state le protagoniste della sua vita.
Catania torna finalmente a respirare aria di cultura attraverso disegni, olii, gouache, litografie, acqueforti e acquerelli di uno degli artisti più amati del Novecento.
La mostra racconta la poetica dell’artista ebreo, influenzata dal grande amore per la moglie Bella e dal dolore per la sua morte prematura avvenuta nel 1944, ripercorrendo la sua vita e la sua arte che fu commistione delle maggiori tradizioni occidentali europee – dall’originaria cultura ebraica a quella russa, all’incontro con la pittura francese delle avanguardie.
La mostra “Chagall, Love and Life” è curata da Ronit Sorek e prodotta da Arthemisia Group, in collaborazione con l’Israel Museum nelle sale del Castello Ursino.
L’amore tra Bella e Marc nelle parole della musa, splendida, intelligente, ricca di grazia e di dolcezza. Lei che corrispose quell’amore con la stessa intensità.
«Non muoverti, resta dove sei…». Non riesco a stare ferma. Ti sei gettato sulla tela che vibra sotto la tua mano. Intingi i pennelli. Il rosso, il blu, il bianco, il nero schizzano. Mi trascini nei fiotti di colore. Di colpo mi stacchi da terra, mentre tu prendi lo slancio con un piede, come se ti sentissi troppo stretto in questa piccola stanza. Ti innalzi, ti stiri, voli fino al soffitto. La tua testa si rovescia all’indietro e fai girare la mia. Mi sfiori l’orecchio e mormori…