Secondo un procedimento stabilito dalla Regione Sicilia, gli studenti universitari che rientrano dal Nord e si iscrivono in un ateneo siciliano otterranno un abbassamento delle tasse universitarie. È così che la Regione intende spendere i 290 milioni di euro per il diritto allo studio ottenuti con il decreto Rilancio. Secondo quanto dichiarato dal ministro dell’Università e della ricerca Manfredi, si tratta di “un intervento integrato che riduce le tasse e aumenta le borse di studio oltre a prevedere una serie di incentivi di contrasto al digital divide e di sostegno alle famiglie colpite dalla crisi”.
Tuttavia, abbattere le tasse agli studenti che si trasferiscono da atenei del Nord Italia, o dall’estero, potrebbe essere fonte di discriminazione per gli studenti del Sud, che godranno di agevolazioni no tax in base al reddito. Invece, gli studenti trasferiti da Atenei del Nord non hanno alcun requisito, a parte appunto il trasferimento, per ottenere la riduzione delle tasse.
“Che le Università possano stabilire una tassazione differenziata per tutti, anche riducendo le tasse, è un fatto positivo perché significa dare opportunità agli studenti”, ha dichiarato il ministro Manfredi. “Non ho condiviso che alcune regioni abbiano deciso di abbassare le tasse solo agli studenti che rientravano dal Nord”.
Dunque, il provvedimento, preso in via del tutto autonoma dalla Regione, non incontra il favore dello stesso Ministero dell’Università e della Ricerca. “Io credo che ci debba essere una parità di trattamento per gli studenti – continua Manfredi – chi è rimasto al Sud non deve poi, per questo motivo, pagare tasse diverse. Quando si fanno queste scelte bisogna pensare quali sono le conseguenze”.