Il rapporto tra l’Etna e la gente delle sue pendici è molto particolare. Spesso si tratta di un sentimento innato, mentre altre volte esplode senza preavviso, come i crateri sommitali del vulcano durante un’eruzione. Nel dicembre del 1995, il catanese Antonio De Luca era un bambino di otto anni. Si trovava a Santa Venerina e l’Etna, imbiancata in tutta la sua imponenza, si stagliava davanti ai suoi occhi. Improvvisamente un cupo boato ruppe la tranquillità della mattinata e una colonna di cenere scura si levò dalla cima della montagna. Era appena iniziato un nuovo parossismo, che come una scintilla, farà scoccare in quel bambino un forte interesse per il vulcano.
Fu così che con l’avvento di internet, ispirato dal ruggito di quella bestia sconosciuta, Antonio De Luca ha deciso di trasmettere a tutti il suo amore per la montagna, tramite il canale YouTube “PassioneEtna“. Se per molto tempo i suoi video ci hanno offerto la descrizione di molti percorsi naturalistici e la cronaca degli eventi eruttivi accaduti in questo decennio di attività, adesso il canale ha fatto un passo in avanti, presentandoci un documentario sulla celeberrima eruzione del 1669.
Come nasce la passione per la montagna e come diventa un vero e proprio progetto di divulgazione?
“Potrei dire di essere nato con la passione già in corpo, poiché da piccolissimo ho assistito ad un’eruzione di cui ho i ricordi confusi, ma che mi ha colpito così tanto da rimanermi impressa. Era un episodio parossistico dei crateri sommitali, uno di quegli eventi caratterizzati dall’emissione di fontane di lava e materiale piroclastico in grado di creare colonne alte diversi chilometri. L’Etna era totalmente ricoperto di neve e trasmetteva una sensazione di calma, di stabilità… ma quell’eruzione improvvisa e violenta ha creato un forte contrasto. In quel momento ho scoperto che quella montagna è soprattutto un vulcano. Nel 2009, con il boom dei social network, ho capito che avrei potuto condividere con gli altri non solo le emozioni che i sentieri dell’Etna mi fanno provare, ma anche le notizie che apprendo man mano che approfondisco la mia conoscenza sui fenomeni vulcanici e geologici del nostro territorio”.
Qual è l’evento eruttivo, che ha avuto modo di raccontare, che preferisce?
“Ho fatto diversi progetti relativi alle attività eruttive dell’Etna: uno che parla delle eruzioni avvenute tra il 2011 ed il 2016, dove ho raccontato cinque anni del vulcano non solo a livello cronologico, ma anche e soprattutto personale; ma ancor prima mi sono affezionato all’eruzione del 1992, poiché nel raccontarla ho mostrato anche la Val Calanna, che prima di quell’anno era una zona ricca di campagne e boschi, ma che adesso giace sotto uno strato di più di 50 m di basalto”.
Adesso il canale ha fatto un passo in avanti, con la pubblicazione del documentario “Cronaca di una rovina”. Quando e come nasce l’idea?
“Il documentario sull’eruzione del 1669 è una tra le cose che mi promettevo di fare da tempo, perché è stato un evento di importanza fondamentale per il nostro territorio, ma di cui si ha una conoscenza molto limitata. Con questo video ho voluto racchiudere insieme tutte le informazioni che ho appreso in anni di approfondimenti e soprattutto ho voluto far vedere quello che è successo in un epoca che nessuno di noi ha vissuto, ma che tramite alcune animazioni è stato possibile ricostruire. Si è trattato di un evento eccezionale per il nostro vulcano, avvenuto negli stessi luoghi che percorriamo tutti i giorni, dove compriamo il pane, dove andiamo a lavoro… la lava è passata dove oggi sorgono le nostre case. È un pensiero che fa rabbrividire, ma spesso tendiamo a dimenticarlo”.
Ci anticipi qualcosa sulle attività future del canale.
“Con quattro documentari realizzati nel 2019, sento il bisogno di riposarmi un po’. Ma in effetti qualcosa in preparazione c’è già, ma sarà molto più personale che scientifico: un resoconto di questi primi dieci anni del progetto PassioneEtna, includendo i luoghi che ho visitato e le emozioni che ho vissuto, rendendo sempre come protagonista assoluto il nostro straordinario vulcano”.