Dal 2009 si lavora all’apertura di tre musei presso l’ex monastero dei Padri Crociferi, nella via omonima. Il monastero verrà, infatti, adibito a sede museale per poter contenere la “succursale” del museo Egizio di Torino, i tesori al momento custoditi nei depositi del castello Ursino e il museo della città.
Per quanto riguarda il museo Egizio, l’assessora alla Cultura, Barbara Mirabella – come riportato dal quotidiano La Sicilia – ha dichiarato: “Il Comune è ormai pronto, tutti gli accorgimenti richiesti sono stati portati a termine e si attende soltanto la visita della sovrintendenza torinese per avere il via libera definitivo al trasferimento dei reperti. Ritengo che appena la delegazione arriverà a Catania, dando il via il via libera, noi avvieremo l’ultima fase dell’iter per gli allestimenti“.
In un’altra ala del monastero, sullo stesso piano della collezione egizia, saranno esposte anche le collezioni nascoste del castello Ursino. Il progetto prevede che i due musei siano strettamente legati, aprendo contemporaneamente e condividendo un’unica biglietteria, ma prevedendo diverse opzioni per il pubblico che sarà libero di decidere se acquistare il biglietto d’ingresso per una sola delle mostre o per entrambe a un prezzo più vantaggioso.
Il terzo museo che dovrebbe entrare a far parte del plesso museale, il museo della città, sarà un racconto multifunzionale di Catania, basato sui quattro elementi – l’acqua, il fuoco, la terra e l’aria -, ma è ancora da farsi la gara d’appalto. L’inaugurazione dovrebbe avvenire nel 2020, promessa alla quale non sappiamo se affidarci, dati i numerosi rinvii che hanno portato ad allungare ancora i tempi. Si parlava di un’apertura del museo Egizio già nel 2018, ma, forse, la stessa intenzione di creare un dialogo tra il museo egizio e l’esposizione delle opere del castello Ursino, unita a problemi burocratici, ha portato a questi ingenti ritardi.
L’assessora precisa: “Noi comunque siamo pronti per muoverci speditamente visto che per il museo egizio ormai mancano solo gli allestimenti. Cosa differente invece per il museo della città , mentre per la seconda sede delle opere dell’Ursino i tempi dovrebbero essere gli stessi di quello dell’egizio“. Le opere sepolte nei depositi del castello Ursino, tesoro di tutti i cittadini, sono ancora impossibili da ammirare dopo ben 11 anni di promesse e si dovranno attendere ancora mesi – se tutto va come previsto – affinché ricevano l’attenzione che meritano.