Buona la seconda per Levante al Teatro Antico di Taormina, ieri sera, sotto un cielo sicuramente più indulgente di quello che, due settimane fa, aveva costretto l’intera troupe della cantautrice a una rapida ritirata. L’unica tappa isolana del tour era, infatti, fissata per domenica 1 settembre ma, causa maltempo, si era deciso all’ultimo di rimandare. Quella sera, si era conclusa con una Levante visibilmente emozionata che, sotto la pioggia e vestita di rosso, aveva accontentato i suoi fan – chitarra, voce e luci spente – con un pezzo. Il prescelto, ça va sans dire, era stato Lo stretto necessario.
“Che grande onore poter tornare da voi così presto!”, ha esordito tornando sul palco con lo stesso look total red e recuperando in tempi record uno dei live più attesi di questa stagione estiva 2019 in Sicilia. Centinaia i fan accorsi da ogni parte dell’Isola per riconfermare all’artista un affetto e una devozione che solo in pochi, in Italia, possono vantare. Cuori d’artificio e Nuvola sono i primi due pezzi in scaletta per un inizio soft, ma l’atmosfera si riscalda subito dopo con brani più dinamici come Diamante, Ciao per sempre e 1996 La stagione del rumore, cantati all’unisono dal pubblico che, per tutto il concerto, fatica a restare seduto.
Levante non è da sola sul palco, e sembrano ormai lontani i tempi in cui, nel 2014 e in barba alla timidezza, una ragazzina apriva i concerti di Max Gazzè, salendo sui palchi con solo una chitarra in mano. Ad accompagnarla ormai è una vera e propria squadra di livello: per tutto il live, resteranno al suo fianco il chitarrista Eugenio Odasso, il tastierista Alessandro Orefice, il bassista Matteo Giai, il batterista Alessio Sanfilippo, i violinisti Tommaso Belli ed Enrico Catale, il violista Ruggero Mastrolorenzi, la violoncellista Lucia Sacerdoni e la corista Lorenza Giusiano. Sarà il quartetto d’archi assieme alla corista ad affiancare la cantante, nella seconda parte del live, nell’esecuzione di alcuni brani tratti dal nuovo album, in uscita il 4 ottobre 2019 per Warner Music e intitolato Magmamemoria.
La particolarità di questo tour, che anticipa il grande banco di prova che Levante dovrà affrontare al Mediolanum Forum di Assago il 23 novembre 2019, sta proprio nella successione alternata, e ben studiata, di brani vecchi e di pezzi nuovi, che danno al pubblico la possibilità di seguire l’evoluzione della cantautrice, da sempre vero e proprio animale da palcoscenico. Dai clap hands e le chitarre estive di Alfonso, nel 2013, alle sonorità e la scrittura ancora acerbe di Manuale distruzione (2014) e Abbi cura di te (2014), passando per il salto di qualità di Nel caos di stanze stupefacenti (2017), è con l’esecuzione di alcuni brani inediti come Magmamemoria, Se non ti vedo non esisti e Questa è l’ultima volta che ti dimentico che Levante dimostra di aver finalmente imboccato la direzione giusta.
Tutta l’energia del live e del pubblico, definitivamente in piedi per gli ultimi brani, emerge così nel gran finale dove, in successione, verranno eseguiti alcuni dei pezzi più riusciti e conosciuti: Andrà tutto bene, primo singolo dell’album in uscita a ottobre e probabilmente il miglior pezzo del live; Pezzo di me, brano estratto dal terzo album e travolgente uptempo estivo in featuring con Max Gazzè; l’immancabile Alfonso e, per concludere, Lo stretto necessario, scritto insieme ai siciliani doc Dimartino e Colapesce e cantato in duetto con Carmen Consoli (di cui ci si aspettava, in realtà, la presenza), che è certamente uno dei brani più ascoltati di quest’estate.
Si conclude così, con un arrivederci, quella che è la stessa Levante a descrivere come una “data del cuore”, quella che doveva essere la penultima data del tour e che poi, invece, è diventata la vera e propria chiusura, nella terra che a Claudia Lagona ha dato i natali. Al di là delle “pose plastiche” che in un suo brano biasima ma di cui spesso sembra rimanere vittima, è innegabile che Levante sia riuscita, in questi anni, a costruirsi un’identità forte e a ritagliarsi uno spazio di tutto rispetto nella scena musicale nostrana. Se poi sia davvero, com’è stata descritta, l’icona del nuovo pop italiano forse non spetta a noi dirlo. Come si dice, ai posteri…